GENOVA - La tentazione è di evitare il tema della crisi apocalittica della politica in cui siamo precipitati. Troppo distante l emergenza totale e quasi biblica del nostro tempo dalle parole che la politica di questi giorni usa per confrontarsi di fronte alle difficoltà del quadro di governo( dimesso). Si sta a misurare il tono di Mario Draghi nel suo discorso, accusandolo di alterigia e addirittura di insulti lanciati ad alcuni dei partiti del suo ex maxigoverno di solidarietà nazionale, a cinque mesi dalla fine della legislatura.
Dibattito insufficiente, che dimostra il livello del nostro morituro confronto politico, di una dialettica abituata a altri scenari e responsabile in gran parte del distacco oramai abissale tra i partiti e l’opinione pubblica. Che andrà sempre meno numerosa a votare.
Meglio scavalcare. In una Italia che si è buttata nel tempo delle vacanze, che soffoca di caldo e di siccità e deve sopportare la campagna elettorale più atipica della sua storia democratica, a me continua a preoccupare l’emergenza pandemica, il numero di contagi, i picchi (finti) del virus, la quarta dose che non sai se la devi fare o no, le variabili in canna, l’autunno pericoloso che ci aspetta, l’immunità di gregge che non esiste. la stagione calda che moltiplica la malattia mentre due anni fa ci dicevano che la cancellava.
Vorremmo parole chiare e invece navighiamo a tentoni. Speranza, contestato dai suoi ex alleati, oramai è dimezzato, i guru di due anni, abituati a una sovraesposizione mediatica, spuntano a spot e le loro parole sono tracce nel buio.
Aspettiamo insieme alle variabili, incessantemente annunciate da ogni parte del mondo, qualche certezza che non arriva più dall ex establishment sanitario, dove pure c’erano tanti esperti affidabili e rassicuranti, Tacciono travolti dal resto. E contiamo accanto a noi il dilagare del covid che colpisce amici, conoscenti, parenti, colleghi fino a far immaginare che ci ammaleremo tutti e poi ci riammaleremo e poi ancora e poi ci rivaccineremo chissà quante volte…e poi.
Intanto la guerra va avanti, la crisi energetica sociale, economica, idrica prosegue con le sue enormi incertezze geopolitiche, ambientali, di ordine pubblico. Pazienza, noi passiamo l’estate in campagna (elettorale), nei meandri di alleanze, strappi, toni alti e bassi, Centri, centrini e ricami di rara sofisticazione. La politique d’abord.
IL COMMENTO
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