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di Mario Paternostro

Le “repubbliche rosse” di Castelletto e Carignano fremono. Qui a Genova la sinistra ha trionfato. Ragazzi miei, mica solo a Vesima dove si vince anche per le ineguagliabili focaccette delle feste dell’Unità. A Genova il Pd trionfa, poche balle. Ha sconfitto la destra ve ne rendete conto? Qui al Carmine dove è nato Palmiro Togliatti (il prossimo anno dovremo celebrare il 130 anni della nascita del Migliore?). In salita Santa Caterina dove al Sivori fu fondato il partito socialista pure. In porto, sulle banchine dove ne 1963 venne Togliatti (nella foto) a inaugurare la sezione dei camalli. Genova è rossa, era rossa e resta rossa.

Cioè, beh, insomma… rossastra. E’ il resto che spaventa la sinistra, quella Liguria tutta dipinta di blu dove Giorgia Meloni con i suoi candidati e amministratori si è presa tutto o quasi. Quasi? Macché! Tutto. Alla faccia del Pd di Letta, poverino, ma anche di Orlando ministro e personaggio nazionale.

Letta annuncia che se ne andrà. A Genova invece si festeggia. In Liguria un po’ meno.

“Il Pd va ripensato”. Parola di Andrea Orlando! Belin! (scusate), ma da dove è spuntato Andrea Orlando che sulla prima pagina del Secolo XIX dichiara, udite udite: “Il Pd va ripensato”. E aggiunge: “Alla Liguria serve una proposta forte”.

Ieri ho fatto due chiacchiere con una colonna della sinistra ligure, il professor Silvio Ferrari, storico dell’arte, insegnante, più volte assessore e punta intelligente del Pci anni ’70 e  ’80, quando la sinistra a Voltri prendeva il 90 per cento e a Carignano e Castelletto vincevano democristiani e liberali. Quando Berlinguer alla festa dell’Unità alla Foce portava oltre centomila persone. Insomma quando la sinistra aveva una identità che poteva piacere o no ma si distingueva dal resto delle offerte politiche.

Mi ha risposto Silvio con la sua tradizionale sobrietà: tocca ai giovani che hanno nuove competenze risollevare la sinistra. Tradotto: giovani, innanzitutto, inteso come nuove generazioni anche di politici che usino un linguaggio diverso e, soprattutto, che abbiano la conoscenza di materie innovative. Quando sento ripetere alla noia il ritornello di questa campagna elettorale “Bisogna tornare a parlare alla gente” perdo la ragione che mi rimane.

E’ evidente che la sinistra va rifatta. Ma va rifatta da altre persone, non quelle che da vent’anni comandano o ci provano. Non da quei politici che hanno contribuito a ridurla in questo stato comatoso.

Conclude Silvio Ferrari che bisogna partire dal concetto di giustizia, intesa come giustizia sociale. Qui ci sta tutto o quasi. Sanità, scuola, lavoro, salario decoroso, non vergogne che spingono i giovani a scappare da questo Paese che, quando può, li sfrutta.

Gli ultimi dirigenti del Pd e dell’altra sinistra sono quelli che non hanno capito dove stava andando il Paese. Meglio che l’ eventuale ricostruzione , se davvero si farà, sia affidata ad altri.