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di Davide Lentini

Non è tipo da nascondersi dietro inutili scusanti il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. E nell’ultima intervista a Matteo Cantile lo dice chiaro: “Alle recenti elezioni amministrative la nostra lista era andata molto bene, quella del sindaco Bucci pure. Questa volta, invece, alle elezioni politiche, siamo stati quasi irrilevanti. Credo che una parte del nostro elettorato si sia avvicinato all’offerta Calenda/Renzi”.

Ma c’è anche da dire che mentre alle amministrative sul simbolo compariva il nome di Toti, alle politiche la lista era “Noi moderati”, per di più in mezzo a un’accozzaglia di altri simboli. Fattore non irrilevante.
I numeri comunque lo dicono chiaro, non solo in Liguria: molti moderati di centro si sono trovati in difficoltà al momento del voto. Da una parte il Pd che, pur mantenendo al suo interno un’ala più centrista, si è alleato con la sinistra di Fratoianni. Dall’altra parte i moderati di centrodestra che si sono trovati in una coalizione inevitabilmente sbilanciata verso la destra, con Fratelli d’Italia nuovo perno di quell’area.

A rappresentare il Centro ci hanno pensato Calenda e Renzi. E Toti lo sa bene. Non a caso, sempre nell’intervista a Primocanale, palesa qualcosa di più di un semplice desiderio: “Spero che un giorno – dice – le nostre liste civiche moderate, Forza Italia, Noi con l’Italia di Maurizio Lupi, l’Udc e tutte le forze di centro possano trovarsi attorno a un grande tavolo per una costituente”. Toti non cita Calenda e Renzi, ma è indubbio che anche il loro progetto rientrerebbe appieno nell’idea di creare una nuova forza di Centro.

D’altronde in Italia dalla scomparsa della DC si è ciclicamente provato a riunire i moderati in un nuovo soggetto politico unico, ogni volta senza grandi risultati. Ci aveva provato anche Pierferdinando Casini nel 2008, provando a unire Udc, la Rosa per l’Italia, Coordinamento Popolari, e altre forze minori. Ma quella Costituente si era chiusa con l’ennesimo nulla di fatto: ognuno volle mantenere la propria identità e autonomia, di fatto sparendo poco dopo dallo scenario politico italiano.

Se Toti crede ancora nell’idea di creare un Grande Centro di cui molti sentono la mancanza, ha una sola strada: quella di farsi promotore in prima persona di una nuova Costituente di Centro. Ma non faccia l’errore di avere fretta. L’attuale assetto è destinato a mutare nei prossimi mesi: bisogna capire cosa succederà al Governo, se la Lega cambierà segretario, chi sarà quello nuovo del Pd e verso quale area guarderà, e se il sodalizio Calenda/Renzi si svilupperà ulteriormente.

Toti sa bene che non può stare a lungo in una coalizione così spostata a destra, ma sa anche che per creare una nuova forza di Centro ci vuole tempo. Si concentri sull’amministrazione regionale (nel 2025 si torna a votare e ci sono molte cose ancora da fare e da sistemare, la sanità in primis) ma al tempo stesso inizi a gettare le basi per quel progetto che in molti hanno provato a realizzare, senza riuscirci, per trovare una nuova casa comune ai moderati.