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di Luigi Leone

La responsabilità penale è personale. Quindi, ciò che avrebbero combinato i parlamentari europei, i loro ex colleghi e i sodali vari per coprire le malefatte del Qatar in materia di diritti umani e dei lavoratori avrà delle eventuali conseguenze giudiziarie per ognuno di loro. Vedi galera, se del caso.

Poi ci sono le responsabilità politiche e qui si va su un terreno più scivoloso. Articolo Uno ha immediatamente sospeso Antonio Panzeri, sindacalista, ex eurodeputato, in precedenza del Pd. Il provvedimento è analogo a quello di alcuni giorni fa riguardante Aboubakar Soumahoro, parlamentare, finito nel mirino di mezzo mondo per colpa della moglie, della suocera e della disinvolta gestione di una cooperativa.

Panzeri è indagato, quindi dovrà difendersi davanti alla magistratura di Bruxelles. Soumahoro non è indagato, ma deve difendersi di fronte a una opinione pubblica rimasta di sale quando ha scoperto che il paladino degli immigrati aveva in casa persone che trattavano gli immigrati persino peggio di come Soumahoro contestava ai "padroni".

Dal punto di vista giudiziario le due posizioni sono distanti anni luce. Ma da quello politico fanno scopa. Sono due esponenti di sinistra e per questa ragione quella fazione farà meglio a farci i conti. Così come la destra ha dovuto farli con i suoi "galantuomini" finiti nelle maglie della giustizia. Piercamillo Davigo, uno dei Pm di Tangentopoli e anche un magistrato molto divisivo per le sue affermazioni, se n'è uscito, ormai tempo fa, così: "Non hanno smesso di essere corrotti, hanno smesso di vergognarsi".

I soggetti sottintesi sono principalmente i politici. Ma di ogni campo, perché nessuno è abilitato a ritenersi superiore all'altro dal punto di vista morale. Come dice il governatore ligure Giovanni Toti, a sinistra c'è ancora la tentazione di ritenersi depositari della verità e del giusto, però il dato è che i corrotti stanno da una parte e dall'altra e basta leggere le cronache per averne la plastica dimostrazione.

Paolo Gentiloni, esponente del Pd, ex premier e oggi Commissario europeo per l'Economia, ospite a "In mezz'ora" ha offerto un saggio di come la politica si dovrebbe comportare. Premessa: "Ciò che sta emergendo dall'inchiesta è una vergogna, soprattutto perché tocca i diritti dei lavoratori. È la testimonianza che purtroppo i corrotti stanno a destra e a sinistra".

Poi, in rapida sequenza. Uno: "Quando il governo italiano dice che farà in tempo sul Pnrr io gli credo". Due: "L'inflazione non può essere motivo di revisione del Pnrr, ma l'Ue ha elasticità sulle circostanze oggettive come la mancanza di materiali ad esempio nelle costruzioni. Non possiamo averla sulle riforme, invece, perché quelle dipendono solo dalla volontà politica". Tre: "Non è vero che sulla manovra l'Italia è in ritardo, perché il suo governo si è insediato neanche due mesi fa. Io sono sicuro che ce la farà".

Tutte parole pronunciate con modi urbani e nel rispetto di quelli che per Gentiloni, autorevole esponente del centrosinistra, sono degli avversari. Avversari, non nemici. E avversari nei confronti dei quali vale comunque il principio dell'onestà intellettuale.

A farla corta: saremmo finalmente un Paese diverso, più "normale", se la nostra politica smettesse di urlare, desse reciproco riconoscimento fra le parti e fosse più concreta. E anche se l'informazione fosse meno schierata e più attenta ai fatti. Invece, quando vedi dei talk show televisivi in cui sono solo i giornalisti a esprimersi, beh c'è più di qualcosa che non va.