Commenti

1 minuto e 47 secondi di lettura
di Mario Paternostro

Ripensavo ieri, al Natale dello scorso anno. Lo ricordate? Nel pieno della pandemia, con ospedali al collasso, caccia alle mascherine e assalto ai supermercati. Senza vaccini e con un rosario di vittime. Eppure, paradossalmente, vivevamo quei giorni in una specie di bolla. Fiduciosi che prima o poi i vaccini sarebbero arrivati, che ci sarebbe stata la svolta. Certo, il virus colpiva dentro le famiglie, tra gli amici più cari. Eppure lo spirito era diverso da quello che ci avvolge oggi.

C’era una strana curiosità nel 2020, determinata dall’assoluta novità e imprevedibilità della situazione. E questa illusione generale determinava anche un’euforia che oggi ci sembra impensabile.

Ora viviamo la disillusione, che non è una sorpresa assoluta perché gli scienziati magari a rate, ce lo hanno raccontato che i vaccini non sarebbero stati la assoluta soluzione. La disillusione per aver immaginato che l’estate cancellasse tutto. Invece no. Qualcosa di pesante è ricominciata, ma dopo la disillusione deve arrivare una constatazione. Ci sono i vaccini e ci stanno aiutando, nonostante tutto. Dopo i vaccini arriveranno le cure. Ci vorrà tempo, ma il percorso è questo. Una battaglia certamente, non una passeggiata. Va combattuta con serietà e rispetto per noi e per gli altri.

Ricordate lo scorso Natale, quello del 2020? I tamponi erano una pratica rara, fatta solo per avere la conferma o la smentita del contagio in presenza generalmente di sintomi pesanti. In questi giorni, soprattutto, i tamponi sono diventati l’argomento delle nostre conversazioni quotidiane e un “inciampo” nel nostro modo di vivere.


La prova non è facile. Per noi anziani, ma non è facile per i nostri figli e nipoti chiamati a rinunciare a momenti di vita indimenticabili, di quelli che a una certa età si rileggono con divertimento e un immenso carico di nostalgia. Feste, scherzi, ansie scolastiche, amori, balli, canzoni, sport, viaggi, nottate, schiamazzi e cavolate. Tutti questi ingredienti fanno parte dell’adolescenza e della giovinezza. Spero che il 2022 li riconsegni ai ragazzi e alle ragazze che oggi vivono tra isolamenti, tamponi, mascherine e quarantene.
Noi anziani abbiamo avuto, più o meno, anche momenti per divertirci. Ora tocca a loro. Questo è davvero un diritto sacrosanto. Altre sciocchezze proprio no.