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di Franco Manzitti

Qual è la risposta della città, delle società di calcio al boom di abbonamenti che per il Genoa hanno battuto il record di tutti i tempi e per la Samp ogni ipotesi ottimistica, dopo i guai che hanno passato? Che lo stadio Luigi Ferraris, intitolato al nobile giocatore caduto della guerra, resta un cesso.

Sono passati anni da quando questa polemica viene sollevata, ora svettano anche nuove e pimpanti proprietà, ma le condizioni del nostro stadio, uno dei più belli in Italia per vedere le partite di calcio, resta nel degrado che lo affligge oramai da decenni.

I progetti, gli accordi, le trattativa tra il Comune e le società, ferme alle permanenti chiacchiere dei tempi di Preziosi e di Ferrero e con l'intervallo del ruolo di Beppe Costa, oggi felice presidente del Palazzo Ducale.

Marassi resta in quello stato lì in attesa, l'ultima, che venisse realizzato il progetto di restauro totale di Herbert Penarenda, architetto colombiano, ex discepolo di Renzo Piano, aspettando la designazione europea, che purtroppo non arriverà.

Resta lì, con le sue strutture originali, aggiornate nella parte dedicata alla stampa e agli altri generi di comunicazione, in una sproporzione galattica tra lo spazio per giornali e tv, immenso e ingiustificato e quello per il pubblico.

Resta lì, unico stadio in Italia nel quale se entri in qualsiasi momento non hai uno schermo che ti informi sul risultato in corso, uno dei pochi senza altri schermi che ripetano i gol, le azioni principali, solo i due cronometri a fondo campo, in una zona e nell'altra, con i minuti che si fermano al 45, anche se, come è di moda oggi, il recupero diventa elefantiaco.

E' uno stadio nel quale puoi solo sederti e vedere bene la partita, questo sì, ma il resto... I servizi sono roba da terzo mondo, i bar e le zone comfort, salvo la tribuna d'onore che non certo compete con gli altri stadi di serie A e di molti di B, sono luoghi incredibili che nonostante la buona volontà degli addetti potrebbero essere datati anni Cinquante e Sessanta.

E in questo stadio, dove ha giocato da quasi sempre la più antica squadra di calcio italiana dei 9 scudetti, dove l'altra ha vinto uno scudetto, dove in questa prima giornata di calcio vero, dopo la pausa estiva, arrivano decine di migliaia di tifosi entusiasti, felici per la loro squadra, per lo spettacolo che sta per cominciare, bambini entusiasti a frotte, una sorta di sortilegio lascia le cose come stanno da decenni.

Noi colpevoli e ingenui abbiamo denunciato questo stato da troppo tempo, ci siamo fatti incantare da sindaci, presidenti, assessori, visionari che immaginavano grandi ristrutturazioni, il famoso stadio h24, capace di attirare ben altro oltre che la partita di campionato, ristoranti, feste, spazi per altri sport nello spazio immenso e perduto.

Ci hanno regolarmente preso in giro, in un mondo nel quale i milioni e i miliardi girano vorticosi, ogni anno di più. Basterebbe il prezzo degli scarpini di Ronaldo o l'ingaggio dell'ultimo giocatore partito per l'Arabia, a rilanciare il Ferraris.