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di Elisabetta Biancalani

Quando studiavo all’università, nel corso di giornalismo, ricordo che il professor Alfredo Provenzali diceva: “Un giornalista, prima di andare in redazione, dovrebbe salire su un bus, o passare dal marcato, insomma stare un po’ in mezzo alla gente per sentire di che cosa parla la gente comune”. Quell’insegnamento lo porto sempre con me, anche perché, per forza di cose, frequento molto i treni e la metropolitana, luoghi dove circola molta gente. Ebbene sapete qual è l’argomento di cui più spesso sento parlare? Il caos in autostrada.

“Sono andata all’outlet di Brugnato ma al ritorno c’era coda e sono rimasta mezz’ora ferma per il cambio di carreggiata” dice una signora parlando al telefono. “Sono andato al carnevale di Chiavari, era una bella giornata, ma appena ho preso l’autostrada per tornare a Genova ho letto sui cartelli che c’era coda dopo Rapallo per traffico intenso e quindi sono uscito, ho fatto l’Aurelia ed è stato bello, non c’era coda lì” racconta un tizio al bar. “Ho passato una bella giornata in riviera a Sestri Levante ma la ho pagata tutta rimanendo in coda al ritorno per un sacco di tempo” mi diceva una amica, sconsolata. È vero, le cose in autostrada sono la nostra condanna, una sorta di punizione per qualcosa di non ben definito.

Ultimamente, trattando per questioni di lavoro, il tema legato all’aeroporto Colombo di Genova, ho “scoperto” l’aeroporto di Nizza (che fa, si dice, 13 milioni di passeggeri contro gli attuali 800mila circa di Genova) e quindi sono andata in Internet a curiosare i voli. Ho scoperto che con Ryanair voli a Londra con 20 euro (andata e ritorno) anche in periodo pasquale. Ho fatto il calcolo del tragitto e ho visto che tra Nizza e Orio al Serio (altro hub prezioso per i voli low cost) ci sono (sulla carta) solo una trentina di minuti di differenza (a vantaggio di Bergamo) ma mi sono detta che quei prezzi stracciati meritano mezz’ora di più. Ne parlavo con una conoscente genovese che mi ha detto: “Eh sì, a Nizza ci sono un botto di voli, ma devi fare la A10! Ci sono sempre casini, code, cantieri, meglio Bergamo…”.

Insomma, anche questo per dire come le autostrade disastrate siano sempre al centro dei pensieri di un ligure, da qualsiasi lato guardi. Che sia un giro la domenica, una gita scolastica, un viaggio. Per non parlare di chi ogni giorno deve prendere l’autostrada per andare a lavorare (mi viene in mente una signora che tutti i giorni da Genova Nervi raggiunge la fabbrica dove lavora a Brugnato (e lì non c’è treno che tenga, la ferrovia non ci passa). E come lei migliaia di persone che perdono minuti, ore, giorni in coda, sottraendoli alla loro vita privata. Un danno esistenziale mica da ridere. E tutto questo perché? Per tanti anni Autostrade non ha fatto lavori che avrebbe dovuto fare, incassando esosi dividenti, e ci sono volute 43 vittime perché si scoperchiasse questo pentolone di vergogna. Ora i lavori si fanno tutti insieme, da anni e per anni ancora, e ogni tot mesi salgono pure i pedaggi! Cioè, tu stai sempre di più in coda ma al casello paghi la cifra intera e pure aumentata. Cornuto e mazziato.

Chi ha il potere faccia qualcosa.
O ci convinca che tutto questo è normale.