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"Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti". Sir Leonard Winston Churchill con questa battuta dipingeva l'atteggiamento del nostro popolo. 

Un tempo, ed è stata una delle caratteristiche che ha attraversato la storia d’Italia, si chiamava trasformismo. Oggi potremmo definirlo del tutto negativamente: opportunismo.
Dopo il terremoto che ha scosso la Liguria con gli arresti di personaggi illustri osservo con una certa curiosità come si muove un certo mondo. All'improvviso uno dopo l'altro stanno sparendo tutti, o quasi. Molti di quelli che ad esempio fino a qualche giorno fa facevano la coda per incontrare il presidente Toti, quello che lo portavano in palmo di mano e magari hanno pagato anche cinquecento euro per partecipare alla sua serata a Villo dello Zerbino. Ad oggi l'unico che di fatto non lo ha scaricato è il sindaco Bucci che ha detto di augurarsi di lavorare in futuro ancora con lui.

Ho pensato alla frase di Churchill mentre parlavo con una persona in mezzo alla strada. "Toti? Bravo, ma ho sempre avuto qualche dubbio...". Ma come "qualche dubbio" se meno di un mese fa era tra i 600 partecipanti della serata in villa. Percorro qualche metro e inizio a riflettere sulla natura umana e in quanti in questi giorni scenderanno al volo dal cavallo in attesa di salire su un altro. Saranno in tanti, tantissimi. Toti non serve più, ciao Toti.

In un mondo perfetto esisterebbero solo lealtà e l’amicizia vera e qualsiasi cosa fatta nei confronti di qualcuno sarebbe dettata dal cuore e dall’affetto. La realtà però è ben diversa e spesso e volentieri le persone usano chi gli sta accanto finché è utile e necessario ai propri scopi per poi abbandonarlo, gettandolo nel dimenticatoio.  No, non siamo in un posto perfetto.