I commercianti della Liguria si sono inventati un nuovo marchio, 'Bottega Ligure', che identifica quegli esercizi che sono aperti da almeno 30 anni: l'iniziativa si inserisce in una serie d'altre analoghe volte a esaltare, a seconda del caso, l'anzianità del negozio, la sua storicità, la competenza artigiana e qualche altra.
Ho l'impressione che i commercianti stiano cercando di svuotare l'oceano con un cucchiaino da caffè, stretti come sono tra grande distribuzione e colossi dell'online: però si impegnano, credono nelle loro imprese, nella missione che si sono scelti e per questo vanno aiutati.
E' capitato di scriverne in altre occasioni: senza negozi la città muore. Qualunque città. Senza luci, vetrine pulite e manutenzione vincono lo squallore e il degrado. Basta guardare qualche città statunitense per cogliere appieno i rischi che stiamo correndo: la spesa la consegnano i droni, i mega supermercati sono in periferia e quel che resta delle 'downtown' (i centri cittadini) è agghiacciante. Su Youtube c'è un ragazzo italiano che propone conenuti dagli Usa e spesso gli capita di mostrare le lunghe teorie di 'affittasi' sulle strade principali delle città: il fenomeno, per ora, colpisce soprattutto i piccoli centri ma è solo il primo passo, poi toccherà alle metropoli.
E così, in uno Stato che pare completamente estraneo al problema, sono solo i commercianti a difendere il fortino: e nessuno pensi che lo facciano per il loro mero tornaconto personale. Certo, loro fanno per quello, per non chiudere, per non licenziare, ma una positiva eterogenesi dei fini li rende, nella pratica, dei baluardi.
I loro marchi sono un vanto: “Io – dice uno di loro - sono una bottega storica, sono qui nello stesso posto da almeno 50 anni”. “Io, invece – gli fa eco un altro – sono una bottega ligure, la mia attività va avanti da almeno 30 anni, qui è cresciuta la mia famiglia e ancora vogliamo crescere”. E insieme a loro, tanti altri: “Io sono una bottega artigiana”, “io un locale di interesse storico”, e ancora, e ancora.
C'est l'argent qui fait la guerre, e vale anche per il commercio: vincono il prezzo più basso e l'offerta più ampia, senza un intervento protezionistico dei Governi il destino dei piccoli negozi è segnato.
Però loro non ci badano, e combattono. Si aggregano, si mostrano, vantano le loro qualità. Non sono perfetti, possono e devono migliorare magari proprio stimolati dalla concorrenza brutale, ma ci sono. Ve la ricordate quella frase? “Secondo le leggi dell'aerodinamica, il calabrone non dovrebbe essere in grado di volare. Ma il calabrone non lo sa e vola lo stesso”. In realtà il calabrone è capacissimo di volare. E come lui anche il nostro commercio sa esattamente come restare in piedi: gli serve solo qualcuno che alzi la mano e dica “Houston, abbiamo un problema”. E un altro, sopra di lui, che cerchi la soluzione.
IL COMMENTO
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