Gennaio è il momento della verità per la Sampdoria. Inutile girarci troppo attorno: serve mettere in sicurezza la stagione ed evitare la Serie C dopo che le aspettative estive erano tutt'altre. Il club blucerchiato era convinto di poter lottare per la promozione in Serie A diretta ma sinora sta fallendo tutti i suoi obiettivi di rinascita sportiva. In questi mesi non abbiamo risparmiato le critiche in primis al direttore sportivo Pietro Accardi, il principale responsabile tecnico - nelle scelte di mercato e degli allenatori oltreché nella gestione dei calciatori - di una stagione piena di errori ed equivoci. Tant'è che si annuncia un mercato di gennaio ancora una volta rivoluzionario a sconfessare di fatto le mosse estive. E però è giusto iniziare a riflettere anche sull'operato di questa nuova società che - a livello sportivo - sinora continua a deludere, riuscendo anche a peggiorare quanto fatto nella scorsa stagione peraltro in condizioni abbastanza emergenziali. Già, perché la squadra dell'anno scorso - quella costruita dall'ex ds Andrea Mancini e allenata dall'ormai ex mister Andrea Pirlo - era riuscita comunque a vivere una stagione in crescendo, raggiungendo (e perdendolo, questo non va dimenticato) il preliminare play off col Palermo. Una squadra fatta di giovani che per scelta non sono stati trattenuti in estate (Stankovic, Ghilardi e Sebastiano Esposito alcuni dei rimpianti blucerchiati) e che adesso sono protagonisti nella massima serie. Nessuno mette in dubbio che la Sampdoria del presidente Matteo Manfredi abbia investito molto in questa avventura (nel giro di un paio di stagioni saranno messi sul piatto circa 100 milioni considerando soprattutto i debiti ereditati dalla precedente proprietà) ma ad oggi ci si deve interrogare sulla gestione complessiva del club, perché il mondo del calcio non è la finanza e i risultati a volte possono sorprendere molto anche in negativo. Poi certo oggi è anche fin troppo facile sparare su Accardi. Io sono stato il primo a farlo, non lo nego, dopo che in estate nell'ambiente c'era grande fiducia sulla sua nomina. Spero naturalmente di potermi ricredere da gennaio in avanti, ma ad oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Però andrebbe anche ricordato come in estate il ds doriano sia stato comunque capace di fare cassa con le cessioni di Leoni, Audero, Delle Monache e De Luca per poter poi avere le mani più libere sulle entrate, con tanti prestiti con obbligo di riscatto al di là dei famosi paletti. Poi certo si può discutere sulle sue mosse, quello sì: la squadra non ha mai funzionato e anche il continuo cambio di allenatori ha solo peggiorato le cose. Non è mancata nel complesso una certa presunzione nelle scelte estive da parte della società e dunque anche da parte dello stesso Manfredi. Perché sottovalutare il lavoro di Andrea Mancini e affidarsi a un profilo come Accardi che, nel rispetto del suo curriculum e del suo passato in blucerchiato da calciatore, a Genova non sta lavorando nelle stesse condizioni di Empoli, dove di sicuro aveva beneficiato di un presidente di calcio come Fabrizio Corsi?
Manca un'organizzazione societaria
Perché non dotarsi di un'organizzazione societaria moderna, con un direttore generale che faccia da cuscinetto tra Manfredi e Accardi, dal momento che sarà ancora il ds siciliano a occuparsi del mercato di gennaio sperando che stavolta possa fare le scelte giuste? Tutto questo mentre la Sampdoria sta faticando anche nel settore giovanile e in quello femminile. Le critiche partono sempre da una promessa doverosa: Manfredi e Radrizzani hanno avuto il merito di evitare in extremis il fallimento dell'Unione Calcio Sampdoria nel maggio 2023, questo va ricordato sempre e gli va riconosciuto. Dopo un anno e mezzo però siamo ancora in attesa di un passo diverso nei risultati, di cui sicuramente la proprietà non può essere contenta. E dopo un anno e mezzo siamo ancora in attesa di capire quali siano i reali scenari di una società che dovrebbe sforzarsi nel parlare di più e in generale nell'essere più trasparante nei confronti della sua gente. Che fine ha fatto Radrizzani, è davvero fuori dalla Sampdoria e non ha alcun ruolo nella società? Chi sono gli investitori di Singapore e soprattutto per il progetto di risalita in Serie A esiste una tra virgolette scadenza? Tanti punti interrogativi che magari troveranno a breve risposta, nella speranza che presto siano i risultati a parlare diversamente sul campo. Il mercato di gennaio è finalmente privo di vincoli e paletti dopo il piano di ristrutturazione dei debiti approvato in tribunale. Dunque sono caduti anche gli ultimi alibi: ora questa nuova società deve davvero mettersi a correre e fare le scelte giuste, finalmente. Nota a margine: qui nessuno tifa contro Manfredi o contro Accardi, tutt'altro. Anzi, l'Unione Calcio Sampdoria è un patrimonio di Genova e del calcio italiano e internazionale. La speranza è quella di uscire da un incubo sportivo che ormai sta durando da anni. Il pubblico della Sampdoria è da Serie A, anche la squadra e la società devono tornare ad essere di Serie A.
IL COMMENTO
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