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di Luigi Leone

 

Fra molti osservatori e opinionisti, la domanda è spontanea: se davvero Piaggio Aero è così strategica, perché non ce la teniamo tutta in mani italiane? Nessuna risposta. Intanto è arrivata la turca Baykar e si è comprata la storica industria di Sestri Ponente e Villanova d’Albenga. Non è un’acquirente qualsiasi. Risponde al presidente Recep Erdogan, non propriamente un campione della democrazia mondiale, ed è leader planetaria nella produzione di droni militari.

 

Mani straniere, ma politica entusiasta

Ce n’è abbastanza per mettere in guardia il Paese sui pericoli che l’operazione comporta? Non sembra. Il governo, attraverso Adolfo Urso, titolare del Ministero del Made in Italy (Mimit), è su di giri: “Ora possiamo mettere in campo una strategia più forte e favorire un’alleanza con Leonardo”. L’opposizione non è da meno, in particolare il Pd.

Il refrain è che nelle mani di Baykar si mettono in sicurezza Piaggio Aero e i suoi quasi 1.000 dipendenti. Anche all’epoca del fondo arabo Mubadala, durante il “regno” dell’ex leader piddino Matteo Renzi, si diceva la stessa cosa. A quale disastro siamo andati incontro lo racconta la cronaca. Per questa ragione mi pare più consono l’atteggiamento prudente dei sindacati: Fim-Cisl, Fiom-Cgil Uilm-Uil prima di sbilanciarsi a favore vogliono vedere quale sarà il piano industriale.

Un qualche dubbio devono tuttavia coltivarlo, rimuginando su almeno un paio di elementi. Il primo: l’indotto, cioè le decine di aziende che lavorano per Piaggio, non sembra per niente garantito. Nessuno, infatti, ha detto che non saranno portate in Turchia le produzioni attualmente fornite in Italia. Il secondo: là un ingegnere guadagna l’equivalente, malcontato, di 900 euro. Da noi la busta paga è più pesante. Non è un dettaglio secondario.

Il ruolo “dormiente” di Leonardo 

Nonostante tutto questo, e altro, Roma ha preferito una soluzione straniera. Possibile che in Italia non ci siano imprenditori che possano assumersi l’impegno? E’ vero che resta la Golden Power, cioè i poteri speciali in capo all’esecutivo che consentono di azzerare certe scelte qualora non piacciano, però è un mistero il motivo per cui Leonardo non sia mai scesa in campo.

Eppure è una controllata dello Stato. Di più. Ad essa appartiene la tecnologia utilizzata da Piaggio per il progetto P1HH, il drone non civile che poi è stato fatto naufragare non per responsabilità dell’azienda ligure. Di più ancora. Il gruppo guidato dall’ex ministro Roberto Cingolani sarà il perno su cui l’Italia, lo afferma il ministro Urso, costruirà un’alleanza più solida con la Turchia, sia sul versante dei droni militari, sia su altri settori dell’elettronica.

La Turchia serve, prevale la realpolitik

Il problema sarà certamente il mio, però proprio non riesco a capire: che cosa avrebbe impedito al nostro Paese di interloquire con la Turchia attraverso Leonardo se anche il gruppo fosse stato proprietario di Piaggio Aero? Inizialmente, ritenevo che Bayker avesse le idee chiarissime su che cosa acquistava, servendogli un ponte verso i mercati europei, mentre credevo che l’Italia avesse un quadro molto confuso delle sue prospettive in un settore strategico ormai per definizione. Oggi, invece, ho l’impressione che tutto sia chiaro: la Turchia serve all’Occidente e può servire anche noi. In nome della realpolitik, dunque, che Baykar compri pure Piaggio. Altrimenti bisogna ritenere che a Roma siano solo dei dilettanti allo sbaraglio.