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Il commento dell'urbanista genovese Francesco Gastaldi
2 minuti e 21 secondi di lettura
di Francesco Gastaldi*

Si dice spesso che a Genova ci sono tante case, ma a una attenta osservazione dei dati troviamo un paradosso: abbiamo tante case vuote (non occupate stabilmente e senza residenti) e allo stesso tempo abbiamo situazioni dove trovare casa (soprattutto per alcune tipologie di persone e famiglie) è difficile per giovani (coppie o single), studenti, lavoratori fuori sede, trasfertisti, famiglie monoreddito, nuovi immigrati. Non ci troviamo di fronte a situazioni come Milano o Bologna, ma i dati fanno comunque riflettere.

Il capoluogo ligure una situazione dualistica, le "case vuote" o non utilizzate come residenza principale rappresentano un fenomeno significativo, 44.297 alloggi inabitati secondo il dato Istat al 2021 (13,6% del totale), contro 283.602 occupati e difficoltà a trovare una abitazione (specie in alcune zone, sia nel comparto dell’affitto che della proprietà).

Le abitazioni vuote si riferiscono principalmente a immobili residenziali non occupati, che possono risultare per vari motivi inabitate e inutilizzate perché non più rispondenti alle necessità di persone e famiglie, per situazioni ereditarie, erediti sconosciuti o immobili in cattivo stato manutentivo, in questo macro-insieme sono ricompresi anche gli utilizzi per affitti brevi.

In alcune zone della città troviamo edifici ormai obsoleti, difficilmente accessibili e difficili da recuperare, talvolta aggravati da contese di tipo familiare-ereditario. E' comune il fatto che le case vengano ereditate da più membri di una famiglia, questo può portare a situazioni in cui una proprietà viene lasciata vuota per lungo tempo, in attesa di decisioni sulla vendita o sull'uso. Va ricordato inoltre che, più il tempo passa più le situazioni si complicano, i costi di intervento aumentano in un circolo vizioso e perverso che sfocia talvolta nell’inerzia e nell’abbandono. Nelle zone più marginali alcune abitazioni necessitano di lavori rilevanti che i proprietari non sono in grado o disposti a effettuare e che dissuadono potenziali acquirenti o affittuari.

Abbiamo tante case, ma in posizioni non desiderate, mentre la tendenza abitativa e lavorativa oggi si configura in prossimità dei centri urbani, ove spesso il costo dell’affitto è eccessivo e non accessibile alle giovani coppie, per molte tipologie di attività lavorative, la vicinanza a servizi, infrastrutture, trasporti e polarità urbane, continua a essere un vantaggio.

Cambiano le necessità personali e familiari generando nuovi modi di abitare inevitabilmente legati alle ambizioni degli occupanti sempre più in evoluzione, perfino a volte abbiamo abitazioni troppo grandi (es. Circonvallazione a Monte e quelli che gli agenti immobiliari chiamano “i corsi”) rispetto a famiglie sempre più frammentate, cerchiamo case con spazi per lavorare e flessibili, con posto auto, con spazi per animali. In media Genova ha case troppo “novecentesche” e il 900 è finito da 25 anni, le case sono talvolta vecchie, superate, inadeguate.

*Francesco Gastaldi, genovese, è Professore associato di Urbanistica, Università IUAV di Venezia

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