Lo scolmatore del Bisagno, una delle opere principali per mettere al riparo Genova dal pericolo delle alluvioni, ha dovuto fermare il cantiere per presunte infiltrazioni mafiose nell'azienda che stava realizzando i lavori. Il governatore ligure, Giovanni Toti, giura che "già nei prossimi incontreremo la seconda classificata" nella gara d'appalto. In pratica, si cercherà di non perdere neanche un minuto.
Le due notizie sono importanti, importantissime. Primo: se vuoi, anche nelle grandi opere le infiltrazioni si possono scoprire. Secondo: una volta portata alla luce l'infiltrazione, non bisogna attendere tempi biblici per riprendere i lavori. Stai a vedere, allora, che dopo la veloce ricostruzione dell'ex Morandi, oggi ponte San Giorgio, potrebbe saltar fuori un altro "modello Genova".
Questa volta è legato a fermare la pervasività mafiosa. E il messaggio è forte e chiaro: i problemi non si risolvono non facendo le cose, si risolvono affrontandoli se e quando si pongono. È una riflessione che si impone di fronte ai molti, moltissimi, secondo i quali il "modello Genova" non sarebbe replicabile poiché occorre andare in deroga a troppe regole. L'ex Morandi, dunque, rappresenterebbe solo una lodevole eccezione. Se, adesso, si aggiunge lo scolmatore del Bisagno che cosa diranno quelle anime candide abituate solo a pronunciare dei no? Diranno si tratta di una eccezione bis della quale comunque non si può tenere conto?
Sia chiaro preliminarmente: il governatore ligure ci proverà e non è certo che ci riesca. Ma se ci riesce... Si tratterebbe di un altro mattone che la Liguria sistemerebbe per far uscire tutto il Paese dal limbo. Eh sì, perché ad essere fuori dalle regole è ciò a cui abbiamo assistito finora: opere pubbliche mai terminate perché inutili; grandi opere necessarie ma periodicamente bloccate dai ricorsi al Tar con enorme allungamento dei tempi; interventi anche urgenti che costano una volta e mezza, il doppio e anche il triplo di quanto avviene nel resto d'Europa; lavori neanche iniziati perché ci sono forze politiche secondo le quali è tale il pericolo della corruzione e delle infiltrazioni malavitose che è meglio un sano soprassedere.
Se ci aggiungiamo una puntuale, malriposta, rincorsa al consenso, il risultato finale è esattamente quanto avvenuto negli ultimi trent'anni e forse di più: non si è fatto niente, niente di niente. C'è un "modello Genova" che ha già funzionato e un altro, quello dello scolmatore del Bisagno, che potrebbe presto funzionare. Sono la dimostrazione che per l'Italia è possibile diventare un Paese normale. A suo tempo, ci innamorammo tutti dello slogan coniato da Barack Obama per la sua campagna elettorale: "Yes, we can!". Sì, possiamo! Anche noi.
IL COMMENTO
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