Cronaca

Il processo si svolge davanti alla Corte di Assise di Imperia: secondo l'accusa lo straniero avrebbe inferto alla vittima sette coltellate durante una lite, nata dopo che il killer aveva accusato l'altro giovane sudanese di avergli rubato il cellulare
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di Aurora Bottino

IMPERIA - Uccise con sette coltellate un connazionale per il presunto furto di un telefonino, ora rischia 23 anni e 6 mesi di carcere. È quanto è stato chiesto questa mattina dal pm Luca Scorza Azzarà durante il processo per omicidio contro Mohammed Aldel, 36enne sudanese arrestato dopo la morte di un suo connazionale nella notte tra il 25 e il 26 novembre del 2021.

Il processo si svolge davanti alla Corte di Assise di Imperia: secondo l'accusa lo straniero avrebbe inferto alla vittima sette coltellate durante una lite, nata dopo che il killer aveva accusato l'altro giovane sudanese di avergli rubato il cellulare.

Il cadavere era stato trovato all'alba del 26 novembre 2021 a Ventimiglia, sotto il cavalcavia di Roverino, una zona molto frequentata da clandestini accampati (LEGGI QUI). Aldel, subito dopo essere stato fermato dalla polizia, ancora nella zona, aveva confessato l'omicidio. A tradirlo anche una ferita superficiale sulla mano.

Il pm ha chiesto che le attenuanti generiche vengano considerate equivalenti alle aggravanti, considerando il reato di lesioni nei confronti di un terzo straniero aggredito poco dopo l'omicidio. La requisitoria è avvenuto dopo l'audizione come teste dello psicologo e psicoterapeuta Roberto Ravera, incaricato dalla difesa di verificare la condizione psichica dell'imputato. Il medico ha dichiarato di non aver riscontrato in Aldel nessuna alterazione del pensiero e per questo motivo la Corte ha respinto la richiesta della difesa di sottoporre il sudanese a una perizia psichiatrica.

Il processo è stato rinviato al prossimo 18 gennaio per eventuali repliche e sentenza.

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