Cronaca

Il portavoce dell'Anpi Bisca spegne le polemiche perché il comune ha definito le vittime patrioti e non partigiani: "Erano partigiani, ma cambia poco, l'importante è la celebrazione del loro sacrificio"
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di Michele Varì

GENOVA -Commemorazione di sei partigiani giustiziati dai fascisti nel '45 nel Castellaccio del Righi con un velo di polemiche nei confronti del Comune di Genova che nella presentazione della cerimonia ha definito le vittime "patrioti" e non con il termine più appropriato di partigiani.

Il ricordo dell'eccidio del Forte del parco del Peralto del Righi commemora il 78mo anniversario della fucilazione da parte dei fascisti di Sabatino Di Nello (Pietro Silvestri), Alfredo Formenti (Brodo), Angelo Gazzo (Falco), Luigi Achille Riva (Foce), Federico Vinelli (Ala–Seri) e Piero Pinetti (Boris), uno dei partigiani più noti di Genova, metalmeccanico cattolico dell'Ansaldo, a cui è stata dedicata la casa del popolo di Quezzi.

A spegnere le polemiche è stato Massimo Bisca, presidente dell'Associazione Partigiani di Genova che, pur non presente al Righi perché lontano da Genova, dopo avere ribadito che la terminologia giusta è quella di partigiani e non patrioti, perchè i primi erano combattenti e i secondi quasi sempre solo collaboratori, ha sottolineato che l'importante è non dimenticare.

I sei partigiani erano stati prelevati nel carcere di Marassi è condotti nel forte occupato dai fascisti e dopo essere fatti sedere su delle sedie prelevate nel vicino convento di clausura fucilati.

Un sacrificio ricordato dall'assessore del comune di Genova Lorenza Rosso, il vicepresidente del consiglio regionale Armando Sanna e Stefano Giordano, il consigliere del Municipio Centro Est  però presente come cittadino e che ha però sottolineato come il suo Municipio non ha invece inviato nessuno rappresentante alla cerimonia.

Alla commemorazione erano presenti invece molti esponenti dell'Anpi di Oregina, studenti e abitanti.

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