RAPALLO - Cede un appartamento per liberare il figlio da un usuraio ma oggi, grazie alle indagini dei Carabinieri e alla sentenza della Corte di Cassazione, che dopo due gradi di giudizio ha confermato l'impianto accusatorio, ne è tornata in possesso.
È successo a Rapallo. Le indagini, iniziate nel 2015 durante una campagna di prevenzione e contrasto ai fenomeni usurari, è nata grazie alle dichiarazioni di una madre il cui figlio per la disperazione si era rivolto a un soggetto esterno per sanare la propria situazione debitoria.
Quale corrispettivo delle prestazioni di denaro elargite, l'usuraio applicò sin da subito tassi usurari del 300% sulle somme prestate, arrivando ad aggredire con raggiri e mezzi fraudolenti anche il patrimonio immobiliare della famiglia, costretta a cedere una delle proprie unità abitative. Gli ulteriori accertamenti dei carabinieri di Santa Margherita Ligure portarono nel 2016 a denunciare l'usuraio per i reati di usura aggravata e continuata. estorsione, falsità ideologica commessa in atto pubblico, e a sequestrare l'appartamento sottratto fraudolentemente alla disponibilità della famiglia. Nel 2018, il Tribunale di Genova ha condannato in primo grado l'usuraio a 5 di reclusione e al pagamento delle spese processuali.
Contestualmente, è stata disposta la revoca del sequestro e dichiarati nulli gli atti di relativa compravendita e ogni altra scrittura notarile redatta all'epoca. Le successive sentenze della Corte di Appello di Genova del 2021 e della Corte Suprema di Cassazione, nel 2022, hanno confermato integralmente l'impianto accusatorio, ritenendo l'usuraio pienamente responsabile dei reati e disponendo, direttamente in sede di giudizio penale, la revoca del sequestro dell'immobile e la restituzione alla famiglia vittima di usura. L'usuraio è al momento sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione di residenza. Oggi, a Rapallo, i Carabinieri hanno riconsegnato nella disponibilità della madre della vittima l'appartamento.
IL COMMENTO
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