L'uomo che ha ucciso Daniela a colpi di pistola teneva con sé l'arma per difendersi. Avrebbe avuto paura - ha confessato - di essere ucciso per via delle minacce subite nelle ultime settimane.
E' quanto è emerso dall'interrogatorio avvenuto ieri nel carcere di Marassi da parte del giudice delle indagini preliminari: Sefayou Sow, 27enne originario della Guinea, si trova in carcere dopo che nella notte tra venerdì e sabato ha ucciso con due colpi di pistola alla testa la ex fidanzata Daniela Neza, 29enne di origini albanesi.
L'interrogatorio doveva indagare sull'eventuale premeditazione del giovane: come mai teneva con sé un'arma da fuoco? Dove l'aveva trovata? Il giovane avrebbe dichiarato - come riporta questa mattina Il Secolo XIX - di aver trovato l'arma, una calibro 22, in un giardinetto vicino al lungomare savonese. L'arma in verità sarebbe un assemblaggio di pezzi di altre armi. Per il momento, la contestazione per premeditazione non è partita.
Secondo Sow, che nel corso dell'interrogatorio si è abbandonato al pianto più volte, qualcuno lo minacciava negli ultimi tempi: lo riporta stamane l'edizione locale di Repubblica. Sow avrebbe infatti parlato di minacce di morte nei suoi confronti, motivo per cui teneva in auto l'arma. Avrebbe anche provato a chiedere il porto d'armi, permesso che gli sarebbe stato negato.
Su Daniela, l'omicida si dichiara dispiaciuto: "Non mi dispiace restare in prigione, mi dispiace solo averla uccisa". E proprio domani, mercoledì, è prevista l'autopsia sul corpo di Daniela.
IL COMMENTO
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