GENOVA - Sono scattate le manette per detenzione e diffusione di materiale di pornografia per un trentenne di origini cagliaritane. L'indagine, inizialmente condotta dal centro operativo per la sicurezza cibernetica della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Genova e poi conclusa dalla Polpost sarda, ha consentito di individuare il 30enne che, attraverso profili di social network, intratteneva chat di natura pedopornografica con un utente di Genova, scambiando immagini e video ritraenti bambini anche in giovanissima età (2-6 anni).
È così scattata la perquisizione nella casa dell'uomo su delega della Procura di Genova: rinvenuti, sui dispositivi informatici, migliaia di video e immagini pedopornografiche, facendo scattare la flagranza di reato. "L'analisi dei contenuti multimediali ha consentito di delineare l'interesse ossessivo dell'uomo per la pedopornografia, evidenziato dal continuo download, condivisione e successiva cancellazione del materiale illecito e quindi di appurare che l'indagato ha consapevolmente acquisito, detenuto e scambiato in rete numerosissimi file di natura pedopornografica", spiegano dalla Questura di Cagliari. Il trentenne, su disposizione del Gip che ha convalidato l'arresto, si trova ora ai domiciliari.
C'è anche un genovese di 30 anni indagato nell'ambito dell'inchiesta della procura di Genova che ha portato all'arresto di un uomo di Cagliari per detenzione di materiale pedopornografico. Le indagini sono partite proprio dal capoluogo ligure perché il cagliaritano, con un falso nickname, aveva contattato il disoccupato genovese per chiedergli video e foto di abusi su bambini. Gli agenti della polizia postale ligure hanno sequestrato il cellulare e il computer al genovese e nelle prossime ore lo analizzeranno per capire se i file siano stati cancellati o distrutti o messi in cartelle "nascoste".
IL COMMENTO
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