Cronaca

Il presidente dell'ordine degli avvocati di Genova non commenta la scelta del legale dei coniugi Scagni: "Il taglio dei testi? Capita e c'è il tempo di rimediare"
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di Michele Varì

GENOVA - "Non commento il comportamento di un un avvocato ma credo che normalmente le nostre difese sino a che è possibile si sviluppano nel processo dove ci sono decisioni che vanno rispettate, anche quando non sono positive".

E' pensiero di Stefano Savi (nella foto a destra), penalista di grande esperienza e presidente dell'Ordine degli avvocati di Genova, che aggiunge: "Abbiamo il dovere di esprimerci in modo consono rispetto all'attività che noi svolgiamo, il taglio delle liste testimoniali delle parti civili succede, è una prerogativa che il tribunale può esercitare specialmente se ritiene che i testi non siano pertinenti all'oggetto dell'imputazione, un'evenienza che può succedere, è successo a tutti di essere scontenti di alcuni tagli, da lettore, le liste testi vengono valutate a inizio dibattimento quanto teoricamente il tribunale non sa nulla, ricordo che era successo anche con il processo a Marta Vincenzi per l'alluvione, all'inizio avevano tagliato brutalmente le liste testi".

Savi poi precisa: "Però esiste anche un meccanismo che se durante il processo convinci il magistrato che un certo argomento piuttosto che certi testi sono necessari, possono essere rimessi nel processo, è l'articolo 507 che dà al magistrato la possibilità di rimettere i testimoni, tanto è vero che è una decisione che si assume lo Stato perchè lo Stato all'inizio conosce solo il capo di imputazione".

Savi aggiunge: "Sulla carta la vera funzione delle parti civili è esercitano la richiesta di risarcimento, salvo poi di fatto diventa un sostegno all'accusa, ai tempi di Vassalli si discuteva addirittura di eliminare questo istituto e esercitare la parte civile in ambito civile, dunque nulla è precluso ma se stai dentro il processo tu alla fine puoi fare impugnazione dicendo che mi hanno precluso delle possibilità di acquisire delle prove che sarebbero state determinanti. Cero l'avvocato Anselmo però avrà fatto le sue valutazioni che io non conosco e non commento, ma io non ho mai sentito parlare di una scelta di questo tipo anche perchè è capitato a tutti di vedersi tagliare la lista testi e di farli poi rientrare in un secondo tempo, è una scelta ad effetto, ma così la parte civile non ha più la possibilità di intervenire".

Nella foto grande l'aula della corte di assise con l'avvocato Andrea Vernazza, rappresentante legale dell'altra parte civile del processo Scagni, ossia Gianluca Calzona, il marito della vittima Alice Scagni.