Cronaca

Lettera a Piantedosi dall'associazione di via del Campo e Carrugi, "la situazione è peggiorata, si rischia un altro omicidio come quello della freccia". E negli uffici dell' Anagrafe la pandemia non finisce mai: cittadini in fila sotto il sole
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di Michele Varì

GENOVA -Spaccio, rapine e un degrado sociale infinto in aumento anche dopo il clamoroso omicidio della freccia dello scorso novembre. Per questo gli abitanti del centro storico delusi dalle istituzioni e dal prefetto di Genova chiedono aiuto direttamente al ministro degli Interni Piantedosi. Lo fanno con una lettera inviata al Viminale firmata da Christian Spadarotto, presidente dell'Associazione di via del campo e caruggi sottoscritta dai commercianti del Civ Loggia di piazza Banchi.

Nella zona del delitto dell'arciere notti fa un inquilino dalla finestra ha lanciato una bottiglia a prostitute e spacciatori che non lo lasciavano dormire. La reazione è stata un assalto nel portone con cassette delle poste e cavi telefonici sradicati. Insomma la tensione è altissima.

In via Prè, un cinquantenne è stato massacrato a pugni in pieno giorno. E' grave. Forse una rapina, o un regolamento di conti. Lì, come alle Erbe, ha colpito la banda seriale del tombino, spaccata e furto all'Occhialeria Sociale, una luce nel buio.

La gang ha colpito anche alla Maddalena, dove il degrado c'è ma c'è anche chi va controcorrente. Come i fratelli Nadotti, un bar che non vende alcolici e sfugge al degrado solo chiudendo presto.

Di notte però il centro storico diventa terra di nessuno: dopo le 23 le divise evaporano e la sicurezza sfuma. Fra le zone più pericolose l'ex ghetto, luogo preferito per consumare crack. Altra emergenza che interessa i Sert, però sempre meno capillari. A proposito di servizi colpisce la gestione degli uffici dell'Anagrafe comunale del Municipio Centro Est di via delle Fontane: dentro aria condizionata e sedie vuote, fuori intere famiglie e anziani in fila in piedi sotto il sole. Per i dannati dei vicoli anche la pandemia non finisce mai.

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