GENOVA - Dietro i due centri massaggi cinesi ad Albaro, quartiere "vip" di Genova, c'era in realtà un giro di prostituzione che fruttava fino a 120 mila euro al mese. A scoprirlo la Procura che ha disposto un decreto di fermo per due donne e un uomo tutti di nazionalità asiatica. Sono accusati di sfruttamento della prostituzione di una decina di connazionali.
I due centri, in via Pozzo e in via Antiochia, sono stati sequestrati. L'inchiesta è partita dopo la pubblicazione di annunci espliciti sui siti web a luci rosse corredati da foto di alcune ragazze trovate poi a lavare effettivamente nei due centri.
A confermare il giro di prostituzione anche un cliente, fermato dalla polizia giudiziaria all'uscita del locale di via Pozzo. Gli investigatori hanno intercettato e pedinato i titolari: dall'attività investigativa è emerso che mentre la coppia più giovane di fatto era la titolare di tutta l'attività, l'altra donna, 44 anni, era la telefonista che accoglieva le richieste dei clienti, spiegava i servizi offerti e organizzava gli appuntamenti.
"Siamo in due, possiamo fare un'orgia?", la richiesta di un cliente, mentre un altro si informava su quali fossero le ragazze disponibili quella sera. Altri specificavano le prestazioni sessuali richieste e la telefonista illustrava il "prezzario". I soldi incassati, dai 100 ai 120 mila euro al mese, venivano poi trasferiti in Cina tramite un intermediario a Milano.
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