“Cari gay non siete normali, fatevene una ragione”: è con frasi di questo tipo, contenute in un libro che si è autoprodotto, “Il mondo al contrario”, che il generale dell'Esercito Roberto Vannacci è finito al centro della bufera.
Il generale, che si definisce “erede di Giulio Cesare”, esprime nel libro, balzato al terzo posto nella classifica dei più venduti di Amazon, altre visioni che potremmo definire 'radicali'. Vannacci non se la prende solo con i gay e le loro “lobby internazionali” ma si scaglia anche contro gli immigrati per i quali, dice il militare, “si spende più di quanto non si faccia con le pensioni minime”. Tra gli altri argomenti su cui Vannacci esprime le sue opinioni ci sono le misure antinquinamento, gli occupanti abusivi delle abitazioni private e le persone di colore, “che non sai più come chiamare perché qualsiasi aggettivo riferito all'evidentissima e palese tinta della loro pelle viene considerato un'offesa”. In particolare Vannacci si riferisce alla campionessa della pallavolo Paola Egonu: “E' italiana di cittadinanza – scrive nel libro – ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l'italianità”.
Sul generale Vannacci, nato alla Spezia 54 anni fa, si è riversata una fortissima polemica mediatica che ha spinto il ministro della difesa, Guido Crosetto, a disporre un esame disciplinare: “Non utilizzate le farneticazioni personali di un generale in servizio per polemizzare con la difesa delle forze armate”, ha scritto in un tweet.
Anche l'Esercito italiano, in una nota, ha 'scaricato' il suo Generale: “La Forza Armata prende le distanze dalle considerazioni del tutto personali (come precisato nel testo) espresse dall’Ufficiale. Si precisa che l’Esercito non era a conoscenza dei contenuti espressi in esso e che gli stessi non erano mai stati sottoposti ad alcuna autorizzazione e valutazione da parte dei vertici militari. In tal senso – conclude il comunicato – l’Esercito si riserva l’adozione di ogni eventuale provvedimento utile a tutelare la propria immagine”.
IL COMMENTO
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