GENOVA -Un topo che si aggira nell'aiuola in pieno giorno, di notte i vandali che saltano sui tetti delle auto, altri ragazzi che sferrano calci da kung fu al finestrino di un furgone, e poi giovanissimi che scaraventano a terra gli scooter posteggiati, per puro divertimento, come passatempo per rompere la noia.
Il viaggio nel degrado e l'insicurezza di Di Negro è visibile anche in una serie di video registrati dalle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso le notti folli di bande di giovanissimi balordi. Filmati che indignano gli abitanti. I più risoluti, a telecamere spente, dicono a Primocanale che sono pronti a farsi giustizia da sé, "se non ci tutelano le forze dell'ordine lo faremo noi".
La zona a rischio è quella fra l'area del terminal Traghetti, comprese due splendide panchine affacciate sul mare e le navi, la fermata della metrò di Di Negro, via Fassolo, il temuto tunnel di via Asilo Garbarino (dove ha sede uno dei centri per minori) e via Buozzi, che con la passeggiata e le aiuole che delimitano smog e rumore potrebbe essere un gioiello, quasi una promenada francese, e invece...
Il presidente del Municipio Centro Ovest Michele Colnaghi prende le distanze dalle minacce degli abitante: "Dopo un sopralluogo con all'assessore comunale alla Sicurezza Gambino i controlli sono aumentati, poi però tutto è tornato come prima. Ma i cittadini devono denunciare e non fare le ronde, i controlli spettano alle forze di polizia".
Colnaghi ammette che a fare aumentare il livello di degrado, senza nessuna intenzione di criminalizzare i ragazzi, è il numero di centri di accoglienza per minori stranieri non accompagnati: "Sul nostro territorio, ha riferito l'anno scorso l'assessore ai Servizi Sociali di Genova Rosso, sono ben sette su un totale di 21".
E' Francesco, titolare di una gastronomia di specialità siciliane in via Buozzi, a raccontare dell'arroganza dei ragazzini, "sono strafottenti, non hanno paura né della polizia né delle telecamere, per colpa loro sono costretto a chiudere prima".
Non mancano le critiche alla gestione dei centri, incapaci, come lamentano di fare rispettare le regole ai ragazzi.
La conferma che l'insicurezza viaggia insieme al degrado arriva dai topi nelle aiuole e le avvilenti panchine frazionate per dissuadere i clochard a utilizzarle come letto.
Raffaella, titolare di una gastronomia di specialità genovesi in via Buozzi, racconta che di una grande degrado e della sgradevole sensazione di sentirsi abbandonati, "molte attività qui sono gestite da donne, i carabinieri ci hanno detto che fanno servizi in borghese, ma noi vogliamo vedere le divise. Questo marciapiede è una bellissima passeggiata degli anziani della zona anche grazie alle aiuole che tengono lontano il traffico, ma questi ritagli di verde dovrebbero essere curati di più".
Non manca il ristoratore napoletano, Vincenzo, che propone la sua ricetta per accogliere davvero i giovani migranti alloggiati nei centri: "Ci sono tanti paesi spopolati nell'entroterra, perché non trasferirli lì dove avrebbero un posto dove imparare un mestiere, curare i campi e avere anche un tetto e un letto?".
IL COMMENTO
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