Cronaca

L'analisi dell'ingegnere che per 15 anni è stato dirigente del settore Strade del Comune di Genova: "Occorrono più fondi per non rinviare ma risanare subito i punti a rischio, meglio indebitarsi che rischiare poi di pagare un conto molto più salato"
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di Michele Varì

GENOVA -"Serve più attenzione al territorio e anche maggiori investimenti: solo così si può sperare di limitare i danni...".

A parlare dell'emergenza smottamenti ritornata di grande attualità a Genova per le frane di Castelletto e di Trasta è Pierluigi Gatti, ingegnere per 15 anni dirigente del settore Strade del Comune di Genova che incontriamo casualmente a ridosso della frana di via Acquarone, dove è arrivato perché, anche se è in pensione da maggio, non ha smesso di interessarsi ai rischi idrogeologici della città.

"Qui, da quanto ho letto sui giornali, la frana sarebbe stata favorita dalla cancellazione degli alberi per fare posto a un parcheggio, così anche a causa delle tante piogge potrebbe essere venuta a mancare la solidità garantita dalle radici che tenevano insieme il terreno, il tutto favorito da un muro del 1920 comunque non in perfetta salute".
Una situazione, aggiunge Gatti, che lui non conosceva "perché si tratta di una derivazione privata di una strada, via Cabrini, comunale".

Il tecnico alla domanda su come mai il Comune ha concesso il benestare a costruire quei parcheggi che a suo tempo erano stati osteggiati dagli abitanti chiarisce: "Le autorizzazioni non vengono concesse da quello che era il mio ufficio ma da quello delle concessioni edilizie e comunque qui si è trattato di un rapporto fra privati".

Gatti conosce molto meglio la frana di Trasta: "Era una situazione che avevo segnalato più volte anche al Cociv, il consorzio che sta costruendo il Terzo Valico ferroviario, sicuramente quei lavori hanno interferito sulla staticità del muro di sostegno che  era già ammalorato. Una strada che cedeva da anni e siccome è comunale era stata inserita fra le criticità che avevamo chiesto al Cociv, a cui avevamo consegnato un pezzo di strada per fare una fognatura, di farsi carico, purtroppo ricevendo una risposta negativa, quindi siccome poi non vengono finanziati adeguatamente gli interventi di manutenzione dei muri questo titolo è sempre rimasto fra le priorità su cui intervenire, ma scavalcato poi sempre da priorità superiori per scelte politiche o perché ci sono delle cause che obbligano il Comune ad intervenire sennò perdono la causa.
Per questo certe situazioni invecchiano e basta una pioggia più violenta e la situazione collassa.
A Trasta c'è stato un forte cedimento della strada chiusa perchè stretta".


Lì, suggerisce Gatti confermando di conoscere molto bene le problematiche di quelle strade comunali, l'alternativa è passare da Rocca dei Corvi dove però c'è una grossa frana e non si riesce, la soluzione sarà un intervento veloce di Comune e Cociv per ricostruire la strada e riaprite la circolazione".

Gatti poi torna indietro nel tempo: "Diciamo che sino a giunte comunali precedenti quando venivano giù dei muri di colpo, come in via Dassori, attivammo una somma urgenza con una certa facilità, è chiaro che per trovare di corsa i soldi il Comune si deve indebitare con mutui straordinari che gli rimangono per anni, ma da un certo punto però questa metodologia non è stata più seguita".

Da quando non è stata più eseguita?
"Da quando è arrivata la nuova giunta, con l'assessore Fanghella (della prima giunta di Marco Bucci e ora non più assessore ndr) che le somme urgenze non si attivano più, salvo qualcuno disposta dall'assessore Fanghella. E così  bisognava intervenire con gli interventi ordinari con gli accordi quadro del comune, ma è il cane che si morde la coda, siccome gli accordi quadro sono sempre stati di importi molto bassi tali che non permettevano di intervenire su tutte le priorità molte situazioni sono rimaste irrisolte. Finanziare con solo 500 mila euro un accordo quadro dell'intera città non è sufficiente. Io ho chiesto molti più soldi, ma non sono arrivati e quindi si interviene con accordi spot nella città su quelle che sembrano le situazioni più critiche, Ca' dei Trenta, a Trasta, è una situazione critica ma non quando muri già crollati in terreni privati che protestano e fanno causa e vincono, così il Comune deve intervenire, insomma bisognerebbe avere molte più risorse per le manutenzioni, via Dassori mi ha insegnato che se uno cammina e vede un muro lesionato sono segnali che devono fare riflettere sulla possibilità di crollo del muro. Qua dove sono appoggiato io c'è un muro lesionato - conclude il tecnico indicando il muraglione affacciato sulla frana - dunque potrebbe essere anche questa una situazione che deve essere attenzionata".

Il tecnico in pensione ricorda infine il cedimento del marciapiedi avvenuta tanti anni fa in via Dassori, ad Albaro, "dove importante per evitare una tragedia era stata la segnalazione dei cittadini".

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