GENOVA -"I clienti quando hanno visto che lo stabilimento rimaneva chiuso mi chiedevano, ma allora cosa hai fatto? Sei così cattivo...".
E' finalmente rilassato e accenna a un sorriso Claudio Galli, 75 anni, ingegnere nucleare di Viareggio finito a Genova per caso sognando di fare ricerca o l'informatico, e poi ritrovatosi, suo malgrado, a gestire i piccoli bagni Liggia di Sturla, ("mi ha tradito l'infanzia passata nello stabilimento gestito a Viareggio da mio nonno"), e diventato per caso il portavoce dei gestori dei 17 mila stabilimenti balneari italiani in lotta contro le direttive comunitarie sulle concessioni demaniali.
Tutto è nato da un muretto che Galli ha demolito nel 2018 senza attendere il benestare del demanio. Poi sono arrivati i sequestri disposti perché la struttura è stata ritenuta illegale, un'odissea conclusa nei giorni scorsi quando un giudice ha sentenziato la sua assoluzione perché il fatto non sussiste. Con Galli hanno esultato tutti i balneari. Anche se i cinque anni di patimenti non sono facili a cancellare.
"E' da quattro anni che dormo poco o niente, questa storia inoltre mi è costata sui 200 mila euro fra spese legali e mancati incassi e guadagni, e poi i danni morali, io ho sempre pensato che le scritte nei tribunali, "la legge è uguale per tutti" fossero vere, e invece io su 17 mila stabilimenti in Italia sono stato io l'unico gestore che si è visto sequestrare". E ricorda quando il magistrato gli spiegò: "Indaghiamo su di lei e non sugli altri 17mila balneari perché contro di lei c'è una denuncia, e allora io alcuni giorni dopo gli portai un fascicolo con le mie denunce nei confronti degli altri balneari, ora indagate anche sui mie colleghi, gli dissi per sottolineare l'assurdità del procedimento aperto solo nei mie confronti pur trovandomi nella situazione di tutti i balneari...".
Non manca la grinta e la lucidità a Galli, che si racconta dalla sua abitazione affacciata sul mare di Sturla, quasi davanti all'ospedale Gaslini, sopra i bagni, un spiaggia mignon piena di pietre, niente a che vedere con gli sconfinati lidi di sabbia della sua Viareggio.
Al suo fianco, come in tutti questi anni, c'è il suo legale, Michele Ciravegna, penalista, che ribadisce: "Tutto è nato banalmente dall'abbattimento del muretto che era in concessione ai Liggia e che l'ingegnere Galli ha abbattuto perchè pericoloso per gli avventori però per una serie di disguidi burocratici senza ottenere la formale autorizzazione del demanio, da lì sono scatti alcuni sequestri e dissequestri del muretto da parte della Capitaneria di Porto, eravamo nel 2018...".
"Il paradosso - spiega ancora Ciravegna - è che tutti gli altri stabilimento sono nella medesima situazione di Galli, tutti hanno titoli concessori che sono entrati nel vortice delle cosiddette proroghe automatiche stabilite dal nostro parlamento e dal governo che però contrastano con le normative comunitarie che invece vorrebbero che lo concessioni venissero assegnate con bando di gara, tutti nella situazione ma l'unico a vedersi sequestrare lavoro e vita è stato l'ingegner Galli...".
IL COMMENTO
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