IMPERIA - Oltre due ore di camera di Consiglio e la Corte di Assise ha deciso di rigettare l'eccezione mossa dall'avvocato difensore di Salvatore Aldobrandi, il 73enne sanremese accusato di omicidio aggravato ai danni della sua ex compagna Sargonia Dankha (il cui corpo non è mai stato trovato n.d.r.) , avvenuto in Svezia nel novembre del 1995, per il quale venne arrestato lo scorso giugno a Sanremo.
La difesa infatti, a sorpresa, ha tirato fuori, quale asso nella manica, il comma 2 dell'articolo 128 del codice di procedura penale che stabilisce "quando la punibilità di un reato commesso all’estero dipende dalla presenza del colpevole nel territorio dello Stato, la richiesta non può essere proposta, decorsi 3 anni dal giorno in cui il colpevole si trova nel territorio dello Stato".
Pronto il contrattacco della pubblica accusa e dell'avvocato di parte civile, Francesco Rubino che, facendo riferimento ai commi 1 e 3 dell'articolo 9 del codice penale ( delitto comune di un cittadino all'estero) hanno dimostrato l'impossibilità di procedere in base all'articolo 182, per la violazione dell'articolo 3 poichè, ha ribadito Rubino " se così fosse, chiunque potrebbe commettere un reato all'estero e restare impunito se trascorsi 3 anni dal suo ritorno in Italia"
Questa mattina in aula erano presenti Ghriba Shabo e Ninos Dankha, rispettivamente mamma e fratello di Sargonia, l’ex fidanzato e due amiche della vittima per l'istruttoria dibattimentale.
IL COMMENTO
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