GENOVA-Era stato un pomeriggio di tensione e scontri proprio nel cuore di Genova, con lanci di pietre e bottiglie, cariche della polizia, alcuni feriti, tra cui un giornalista, e arresti. A distanza di tre anni la procura di Genova ha chiesto condanne comprese tra 6 mesi e 1 anno e 9 mesi per 47 manifestanti, considerati i responsabili dei disordini con la polizia del 23 maggio 2019 in piazza Corvetto, durante la manifestazione antifascista organizzata per protestare contro il comizio di del, al tempo, candidato alle Europee di Casapound, Marco Mori.
I manifestanti sono accusati, a vario titolo, di resistenza, travisamento e lancio di oggetti pericolosi. Nessuno dei 47 è invece imputato di lesioni, al contrario dei quattro poliziotti del reparto mobile che, nel corso degli scontri di quella giornata a partire dalle 17 del 23 maggio, avevano picchiato il giornalista di Repubblica Stefano Origone, scambiandolo per un manifestante. Gli agenti sono stati condannati in primo grano a 40 giorni di reclusione.
Domani a parlare saranno gli avvocati dei manifestanti, mentre giovedì 10 febbraio il tribunale pronuncerà la sentenza. Gli agenti della Digos avevano identificato i manifestanti grazie ai video e alle immagini girate quel giorno.
IL COMMENTO
Situazione drammatica, presidente Meloni serve incontro urgente
La Liguria vuole tornare a correre, al via i cento giorni di Bucci