Cronaca

Anche l'ex presidente dell'autorità portuale Signorini chiede di essere interrogato dai pm. Il suo legale smentisce che avesse problemi di soldi
56 secondi di lettura
di Michele Varì

GENOVA - Il grande giorno del presidente della regione Liguria (ora sospeso) Giovanni Toti, che si troverà di fronte ai magistrati che lo accusano di essersi fatto corrompere, e uno spiraglio di luce per Paolo Emilio Signorini, l'ex presidente dell'autorità portuale che per contestazioni analoghe si trova in carcere e adesso chiede, anche lui, di parlare con i pm.


Toti sarà interrogato in una caserma della Guardia di Finanza dentro il porto. 

Il presidente della Regione ha sempre detto di non avere mai accettato denaro per fini personali ma solo per attività politiche e di non avere mai favorito nessuno.

Fra le novità la secca smentita della procura su indagini su 55 mila euro transitati dai Comitati elettorali per Giovanni Toti a un conto personale del presidente. Lo stesso ha riferito Stefano Savi, l'avvocato del presidente della Regione: "Tutto chiaro, nessuna accusa su quel denaro".

A proposito di soldi l'avvocato Enrico Scopesi che difende Signorini chiarisce che non è vero che il suo assistito aveva problemi economici, come farebbero pensare alcune intercettazioni telefoniche e i regali ricevuta dall'imprenditore portuale Aldo Spinelli: "Sul conto di Signorini sono stati sequestrati quasi 80 mila euro".

ARTICOLI CORRELATI

Martedì 14 Maggio 2024

Corruzione, vacanze e braccialetti: non fosse vita vera, sarebbe un grande show

Siamo proprio sicuri che interessi a qualcuno la colpevolezza di Giovanni Toti e degli altri indagati nella maxi inchiesta che ha squassato la Regione e il porto di Genova? Al tribunale, probabilmente. E forse a nessun altro. Perché quello che questa vicenda doveva produrre l'ha già prodotto: mancan