Cronaca

Roberto Sechi e Giovanni Bizzarro sono ora accusati da nuovi testimoni: i due erano finiti nei guai a marzo
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GENOVA - Le accuse contro Roberto Sechi e Giovanni Bizzarro, arrestati a marzo accusati di fare parte di un giro di usura e scommesse clandestine, si aggravano: l’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia ha infatti incoraggiato altre sette presunte vittime a farsi avanti, rivelando nuovi dettagli agghiaccianti che hanno portato a ulteriori misure cautelari per i due indagati.

Negli ultimi giorni, nuovi imprenditori si sono presentati presso gli uffici della squadra mobile e della Guardia di Finanza, raccontando le loro esperienze di sfruttamento finanziario e minacce che avrebbero subite dal duo. Questi racconti accusano Sechi e Bizzarro di avere estorto oltre 200 mila euro alle vittime, applicando tassi d'interesse che variavano dal 10% al 20% mensile, con casi estremi in cui i tassi raggiungevano il 20% settimanale.


Gli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Federico Manotti, ritengono di avere scoperto che il sistema di usura era estremamente ben organizzato e radicato nel tessuto sociale genovese. Roberto Sechi, ritenuto la figura chiave nel sodalizio criminale, non è nuovo alle cronache giudiziarie. Già nel 2006, Sechi era stato condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione con sentenza definitiva per la sua partecipazione a un'organizzazione mafiosa capeggiata dalla famiglia Fiandaca, di origine nissena.

La nuova ondata di accuse è venuta alla luce grazie al coraggio delle presunte vittime, che hanno deciso di rompere il silenzio e denunciare i soprusi subiti. Gli investigatori sottolineano come questa svolta rappresenti un passo cruciale nella lotta contro la criminalità organizzata e l'usura.

Oltre all'usura, il gruppo criminale, di cui facevano parte Sechi e Bizzarro, è accusato di avere gestito un articolato sistema di scommesse clandestine su eventi sportivi. La banda avrebbe sfruttato gruppi WhatsApp per organizzare e raccogliere le scommesse, un metodo che garantiva discrezione e rapidità nelle operazioni. Gli scommettitori, spesso persone affette da ludopatia, sarebbero quindi finite in una spirale di debiti con il gruppo criminale, costretti a richiedere prestiti con tassi usurari nel tentativo di ripianare le perdite.

Nei mesi scorsi, insieme a Sechi e Bizzarro, altre sette persone erano finite nel mirino delle forze dell'ordine per il loro presunto coinvolgimento nell'organizzazione. Questo sistema avrebbe approfittato della vulnerabilità di molti, trasformando una passione per il gioco in un incubo finanziario e personale.