GENOVA - I commercianti costretti a chiudere prima e a rimetterci parte degli affari, gli abitanti ancora una volta obbligati a sopportare i disagi e i rischi di una convivenza con uno stadio e di conseguenze con gli ultrà.
Il giorno dopo le violenze del derby di Coppa Italia tra Genoa e Samp nelle vie di Marassi fra corso De Stefanis e via Tortona non si parla d'altro che dei tafferugli che dal primo pomeriggio e sino all'una di notte hanno paralizzato e spaventato il quartiere. Per tutti parla Roberta Toscana, presidente del Civ (il Centro Integrato di Via), "la situazione sta diventando insostenibile, prima le partite si giocavano solo al sabato e alla domenica, ora si gioca tutta la settimana. Ieri mercoledì la mattina abbiamo avuto il mercato e poi la partita, sabato sarà uguale, per i commercianti sta diventando davvero una situazione difficile per questo sono molto contrariati".
Marzia, titolare di una boutique in corso De Stefanis, sottolinea il mancato lavoro, "da quello che si sentiva in giro sembrava che dovesse scoppiare un altro G8... così noi abbiamo chiuso intorno alle cinque, già dalla mattina però siccome la gente aveva paura in giro non c'era nessuno, ma no va bene perchè noi le commesse le paghiamo lo stesso".
Anche gli abitanti incontrati nei bar e per le strade sono avviliti: "Siamo stati sino a tardi come prigionieri nelle nostre case, capiamo se si protesta per il lavoro, ma scatenare delle guerriglie per il calcio...".
IL COMMENTO
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