Cronaca

Il genovese presidente dell'Associazione Vittime del Terrorismo a proposito della scarcerazione del brigatista Bertulazzi chiede giustizia per le vittime e ricorda l'attentato contro di lui nel 1980: "La ferita mi costrinse a stare a letto un anno a letto"
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di Michele Varì

"Io subii un attentato particolarmente cruento, perché fui ferito con pallottole "tagliate" che quando mi colpirono, non trapassarono ma esplosero all'interno nella mia gamba sinistra, di conseguenza non fui operabile e rimasi degente e a letto per un anno".

Ferito nel 1890 sotto casa

A parlare è Roberto Della Rocca, presidente dell'Associazione vittime del terrorismo, che nel 1980 a Genova fu  gambizzato dai parte dei terroristi rossi perché era a capo del personale di un'azienda cantieristica del porto.Della Rocca per quersto è duro sulla decisione dei giudici argentini di rimettere in libertà Leonardo Bortulazzi, oggi 72enne, un terrorista della colonia br di Genova che prese parte al rapimento di Piero Costa nel 1977 e condannato a 27 anni per numerosi reati tra cui sequestro di persona e banda armata.

Arrestato nell'agosto scorso in Argentina, Bortulazzi è stato rimesso in libertà dai giudici argentini perché nel 2004 aveva ottenuto lo status di rifugiato.

"Noi come le vittime di guerra"

Della Rocca poi torna a parlare delle possibili conseguenze di un attentato: "Il 90 % delle vittime di terrorismo colpito da attentati individuali sono affette da una malattia psichiatrica denominata disturbo traumatico da stress, classica delle vittime di guerra, malattia e patologia non ancora conosciute negli anni di piombo, se ne venne a sapere qualcosa solo negli anni '90 e a inizio 2000, per questo molti furono malamente curati o addirittura trascurati. Subito dopo l'attentato io ebbi un periodo di rimozione, non volevo assolutamete ricordare e ho cercato di non parlarne per una decina di anni, e tanti come si sono trovati nella mia stessa condizione. Per questo poi, una volta superato questo trauma, mi sono impegnato nell'associazione a favore delle vittime".

"Sapere che chi mi sparò ha pagato mi aiuta"

Della Rocca poi sottolinea che il terrorista che lo ferì e gli ha creato tanto dolore è uno dei pochi che ha pagato per quello che ha fatto, "se questo è un sollievo? Non so dirvi io, io ho un senso di fastidio per i tantissimi che non hanno pagato nulla, quindi il fatto che questa persona che mi ha creato tanto dolore abbia pagato il tuo debito con la giustizia, non dico che sia un sollievo o una o una come dire una compensazione di un danno che non potrà mai essere colmato, ma quantomeno mi fa sentire una minore senso di ingiustizia nei miei confronti. Ma a tanti altri non è andata così, vorrei ricordare anche i 10 terroristi italiani che sono attualmente in Francia di cui recentemente si è parlato delle difficoltà che esistono ad estradarli".

"Non smetteremo di pretendere giustizia per tutti"

Della Rocca conclude: "Ribadisco, che tutti i cittadini italiani sono uguali di fronte alla legge, ma evidentemente ce ne sono tanti che sono disuguali di fronte alla legge. Di questi io, a nome della mia associazione, chiedo con forza e fermamente che ci sia la possibilità che paghino il loro debito con la giustizia italiana visto che sono stati condannati con regolari in sentenze passate in giudicato e quindi è giusto che questo debito venga loro pagato".

 

 

 

 

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