GENOVA - "Noi non siamo soli". Questo il grido che echeggiava questa mattina davanti all'abbazia di Santo Stefano di via XX Settembre, a Genova, dove ucraini e genovesi si sono dati appuntamento per lanciare un grido di pace. Funzione liturgica alle ore 10 tenuta dal parroco Vitaliy Tarasenko, poi la marcia che dalla chiesa ha percorso le vie del centro cittadino fino a Piazza de Ferrari, dove ucraini e genovesi si sono tenuti per mano in un unico grande cerchio di pace intorno alla fontana.
Tutti a cantare l'inno dell'Ucraina, vessata in queste ore dalla guerra e dall'invasione dell'esercito russo. Donne con la voce rotta dal pianto con indosso abiti tipici della storia ucraina, bambini un po' confusi che sfilano adornati con i colori giallo e blu.
Il corteo si è poi spostato davanti alla cattedrale di San Lorenzo, dove ha preso la parola padre Vitaliy Tarasenko, che ha ringraziato il supporto dimostrato dai genovesi e che ha rimarcato il fatto che "questo non è un grido, è un qualcosa che nasce dal cuore di ogni persona. Non siamo soli noi ucraini, ci sono tanti italiani e questa giornata ci fa intravedere una luce di speranza. Vogliamo che questa luce arrivi in Ucraina, e vogliamo solamente la pace. Ci saranno altre giornate dedicate a questo, ringrazio tutta Genova. Dio benedica Genova, l'Ucraina e tutto il mondo".
Presente anche padre Nicolò Anselmi, in rappresentanza della chiesa genovese: "E' stato un gesto per stare vicino a tutto il popolo ucraino, quello che stanno vivendo è un evento che ha sconvolto tutto il mondo e ci spaventa. Vogliamo che non si sentano soli ma che avvertano tutto il dolore che sta provando il mondo intero: vogliamo che non venga versato altro sangue."
Questa settimana previsti altri appuntamenti anche a Genova per ribadire il messaggio di speranza: "Domani sera dalle 20 si terrà una fiaccolata si partirà di nuovo dall’abbazia di Santo Stefano in direzione piazza De Ferrari. In occasione del mercoledì delle Ceneri si terrà un'altra giornata di raccoglimento presso la chiesa di Santa Zita, in corso Buenos Aires, dalle 20.30"
IL COMMENTO
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