Capire l'arco temporale delle violenze e conoscere il nome del presunto aggressore. Sono i nodi ancora da sciogliere nella vicenda di Francesca Ghio, la consigliera comunale rossoverde che a fine novembre ha rivelato pubblicamente di essere stata vittima di stupro da bambina. Ora, assistita dal suo legale Michele Ispodamia, si prepara a presentare un ricorso contro l'archiviazione del procedimento penale richiesto dalla Procura. "Quello che non capiamo è perché non siano stati fatti accertamenti sull'aggressore che ipoteticamente potrebbe ancora reiterare il reato e magari essere indagato per un caso simile, per questo un'ulteriore testimonianza come quella della mia assistita potrebbe essere utile", spiega Ispodamia.
Il contenuto del ricorso
Le principali criticità sollevate riguardano l'apparente superficialità delle indagini: perché non è stato identificato formalmente dalla Procura il presunto aggressore? Nelle scorse settimane il pubblico ministero Federico Panichi ha richiesto l'archiviazione sostenendo che non fossero necessari ulteriori accertamenti per verificare la prescrizione del reato, ma nel ricorso il difensore di Ghio sul caso sottolinea anche la mancata audizione della sua assistita per definire precisamente il periodo delle presunte violenze. Riguardo all'istruttoria, invece, un'anomalia procedurale relativa "al visto" ovvero una ratifica del magistrato coordinatore del pool specializzato in violenze sessuali.
La denuncia pubblica della consigliera
Nella sua denuncia pubblica, Ghio aveva raccontato: "Ero poco più che una bambina quando sono stata violentata fisicamente e psicologicamente tra le mura di casa mia. Ripetutamente, per mesi e mesi, da un uomo di cui mi fidavo, che nessuno avrebbe pensato potesse essere un mostro. Un dirigente genovese, il vostro bravo ragazzo". Con il ricorso, Ghio mira a ottenere una rivalutazione del caso e una più approfondita istruttoria, nella speranza che vengano chiariti tutti gli aspetti della vicenda.
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IL COMMENTO
Aspettando da 123 anni l'opera che non si riesce a fare
Qualcuno salvi la Liguria che si muove