![Il trapano utilizzato per uccidere la vittima un trapano](/images/delittotrapanop30352.jpg)
”La probabilità di attribuzione è superiore a 100 miliardi di volte la popolazione mondiale, credo che non ci siano dubbi”. A parlare è Marina Baldi consulente dell’avvocata Rachele De Stefanis che assiste la figlia di Luigia Borelli, l’infermiera uccisa brutalmente il 5 settembre del 1995 in un basso di vico Indoratori dove si prostituiva per restituire i debiti lasciati dal marito. "Ovviamente sono stati disposti tutti i dettagli della perizia, abbiamo esaminato perizie anche del 1995 – prosegue – con tecniche diverse eccetera ma è andato tutto molto liscio e tranquillo", ha aggiunto. Un caso analogo per certezza dei risultati raggiunti è stato “Il Dna di Massimo Bossetti” spiega Baldi con riferimento all’omicidio della 13enne Yara Gambirasio uccisa a Brembate di Sopra nel 2010.
L'avvocato Rachele De Stefanis (a sinistra) e la genetista Marina Baldi
La perizia sul Dna
É stata discussa questa mattina la perizia sul Dna prelevato al carrozziere Fortunato Verduci e confrontato con quello presente sulla scena del crimine del cosiddetto delitto del trapano. Il risultato delle analisi compiute dalla genetista Selene Cisana dell’Università di Brescia sul Dna del carrozziere sono compatibili con quello dell’assassino di Luigia Borrelli che fu trovata con un trapano conficcato nel collo nel settembre 1995. Un 'delitto sporco' come lo ha sempre definito la pm incaricata del caso Patrizia Petruzziello e sicuramente uno dei più efferati d'Italia.
I difensori dell’indagato, Emanuele Canepa e Andrea Volpe, non hanno commentato l’esito né rivelato se Verduci si farà interrogare.
Come è stato individuato il carrozziere
Il carrozziere era stato individuato grazie alle tracce biologiche estratte da una macchia di sangue trovata sulla scena del crimine, una placca di un interruttore. Quelle tracce erano risultate simili a quelle di un cugino di secondo grado detenuto in carcere a Brescia per omicidio. Sia la squadra mobile della polizia, guidata dal dottor Mastorci, sia il nucleo di polizia economico finanziario della guardia di finanza coordinato dal colonnello Filippo Capineri sono stati determinanti per risolvere il caso. Secondo l’accusa Verduci, ludopatico e pieno di debiti, uccise Luigia Borrelli per rapinarla dopo averla picchiata brutalmente.
Perché Verduci non è in carcere?
La pm Patrizia Petruzziello aveva chiesto più volte che il carrozziere venisse arrestato ma la richiesta di custodia cautelare è stata respinta in tutti i gradi di giudizio perché, a dire dei giudici, pur essendo lui l’autore del delitto dopo 29 anni potrebbe essere cambiato e non si sarebbe quindi il rischio di reiterazione del reato.
La chiusura delle indagini
Ora l'indagine si avvia alla chiusura e alla richiesta da parte della pm di rinvio a giudizio per Verduci, ma anche in caso di condanna in primo grado il carrozziere non verrà arrestato, cosa che potrà avvenire solo con una eventuale sentenza di condanna passata in giudicato, cioè definitiva.
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