Cronaca

I rappresentanti degli operatori di Cgil e Uil ricevuti dal prefetto alla presenza dell'assessore Regionale alla Sanità Nicolò: ma si profila uno sciopero
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di Michele Varì

"Sovraffollamento, pazienti trattati senza dignità costretti ad lunghe attese, carichi di lavoro pesantissimi e violenze. Noi non ce la facciamo più per questo siamo qui davanti alla prefettura a manifestare".

A lanciare il grido di allarme è Luca Mantero, infermiere triagista delegato della Funzione Pubblica della Cgil, anche lui sceso in piazza con tutto il personale dei pronto soccorso per denunciare quella che definisce "una situazione insostenibile, che è generalizzata in tutta Italia ma a cui non dobbiamo arrenderci, le soluzioni ci sono". Sofferenze, prosegue l'infermiere, che sono note e sono aumentate negli ultimi anni e mesi "a causa delle scellerate politiche della regione e del governo".

Il presidio di Cgil e Uil

 La protesta è stata organizzata dalla funzione pubblica di Cgil e Uil: i rappresentanti degli operatori sono stati poi ricevuti dal prefetto alla presenza dell'assessore Regionale alla Sanità Nicolò. Un incontro però che non ha portato nuovi spiragli tanto che dai lavoratori arriva la notizia che se non arriveranno segnali concreti nei prossimi giorni è possibile che venga indetto uno sciopero degli operatori dei pronto soccorso di Genova.

Pazienti abbandonati in corsia

Marco Vannucci, segretario UilFpl Genova, spiega: "Siamo in piazza per il sovraffollamento dei pronto soccorso e per rispettare la dignità dei cittadini che vengono abbandonati per giorni interi sulle barelle, uno a pochi centimetri di distanza, uomini al fianco di donne, nei pronto soccorso oggi si perde la dignità".

Mancano almeno  270 infermieri

“C’è una carenza d'organico che ormai è insopportabile, quantificata in almeno 270 infermieri da assumere immediatamente sull'area metropolitana - ha spiegato il segretario di Luca Infantino, segretario Cgil Funzione Pubblica di Genova - in presenza oltretutto di un bando di concorso che è già attivo. È ovvio che se poi le scelte politiche determinano un taglio di 2% sui bilanci aziendali, questo blocca anche le assunzioni da parte delle aziende ospedaliere metropolitane. Credo sia la politica a dover dare risposte perché spesso ci si dimentica come il personale sotto stress finisca in burnout perché i carichi di lavoro sono diventati insostenibili”.

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