![La questione di una moschea a Genova è annosa fedeli mussulmani in preghiera](/images/preghieramusulman169p36737p95580p24286.webp)
La querelle più recente riguarda il comune di Sestri Levante (GE) con la sollecitazione al Sindaco, da parte di alcuni esponenti del mondo cattolico, di individuare un luogo di culto e preghiera per la popolazione di fede musulmana che, anche nella parte orientale del Tigullio, è in crescita. Ciclicamente il tema “moschea” torna alla ribalta anche delle cronache genovesi, il comune nella primavera del 2004 autorizzò la costruzione di un luogo di culto in via Coronata in un’ex officina acquistata dalla comunità islamica.
Fu subito caos, il no alla moschea comprendeva ragioni di principio (la reciprocità della libertà di culto), paure per eventuali infiltrazioni terroristiche, problemi di traffico nel quartiere, perfino lamentele per l’ennesima servitù imposta al Ponente cittadino. Si andò avanti così per due anni e mezzo, fino alla seconda puntata. Nell’autunno del 2006 prima una conferenza, poi un articolo di Magdi Allam crearono un nuovo fantasma. Si trattava dell’Ucoii, l’Unione delle Comunità Islamiche in Italia, presunta finanziatrice della moschea, negli anni 2008-12 una nuova polemica riguardò una possibile realizzazione nel popoloso quartiere Lagaccio e più recentemente, a fine 2024, la questione ha fatto di nuovo capolino. In tutti questi vent’anni, il partito della Lega si è sempre mostrata in forte opposizione alla costruzione.
I fatti sono molto semplici: esistono delle norme urbanistiche, e se un edificio (sia esso destinato al culto, al commercio o all’industria) rispetta queste norme, non c'è motivo di impedirne la realizzazione (o la riconversione). Allo stesso modo esistono norme igienico-sanitarie, norme e regolamenti di pubblica sicurezza, norme anti riciclaggio, tutti questi strumenti legislativi o amministrativi, devono valere per tutti i cittadini, residenti o temporaneamente presenti sul territorio nazionale. Come documentato anni fa in una inchiesta della giornalista Erica Manna, nel centro storico esistono già luoghi di culto e preghiera, più o meno formalizzati (non vere e proprie moschee) così come anche nel Ponente genovese (generalmente al piano terra di edifici).
I musulmani possono non piacere, nell’ambito del mondo cattolico c’è chi ritiene che pratichino una religione sbagliata e chi è più aperto al dialogo interculturale e interreligioso. Questo non vuol dire che essi non abbiano diritto alla libertà religiosa, l’occidente dovrebbe dare un segnale al valore assoluto dei diritti, primo tra tutti quelli della libertà individuale (e religiosa). I musulmani, a livello locale, dovrebbero garantire ogni tipo di legalità (e rispetto di norme e regolamenti di cui dicevamo prima) e di trasparenza e collaborare ad una intesa con lo Stato italiano (intesa oggi assente per l’impossibilità di raggiungere una posizione comune rappresentativa dell'universo islamico in Italia).
Come detto la questione in Liguria si porrà in modo sempre più rilevante, la comunità musulmana è notevolmente aumentata, sia per la presenza, come a Sestri Levante, di sempre più numerosi immigrati dal Bangladesh (a cui dopo pochi anni si aggiungono i ricongiungimenti familiari) impiegati in varia forma negli stabilimenti Fincantieri, sia per l’emergere di nuove corpose presenze dall’Egitto (settore cibo, panifici, pizzerie), oltre a quelle già storicamente presenti di immigrati da altri stati.
*Francesco Gastaldi, genovese, è Professore associato di Urbanistica, Università IUAV di Venezia
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IL COMMENTO
Moschee in Liguria, sì o no?
Caro Franco pensiamo noi a Colombo e a Taviani