GENOVA - Doppia prima con un tutto esaurito per i detenuti del carcere di Marassi che al Teatro Ivo Chiesa fino al 20 aprile con il loro "Riccardo III", che ha saputo incantare le diverse scuole superiori che hanno riempito tutte le file in platea e galleria al mattino, sfida ben più difficile rispetto a conquistare il pubblico della sera. L'opera di Shakespeare riadattata dalla regia di Sandro Baldacci e dallo sceneggiatore Fabrizio Gambineri è piaciuta moltissimo: Riccardo III, interpretato dal noto attore Igor Chierici alla sua decima partecipazione che negli anni è cresciuto anche grazie a questa esperienza, è divorato dalla bramosia di potere e da vere e proprie manie di persecuzione che lo porteranno ad annientare non solo gli affetti più cari, ma anche complici e amici di sempre. E, come sottolinea la moglie Anna, interpretata da Ilenia Maccarrone, e la cognata, la Regina Elisabetta, portata in scena da Marcella Silvestri, alla fine i fantasmi del passato torneranno a tormentarlo.
Ma l'uomo non ha imparato la lezione: a dimostrarlo sono le guerre, i tempi che corrono, le manipolazioni dei governanti delle informazioni e fa effetto che a sottolinearlo con questo spettacolo siano persone che stanno espiando le proprie colpe in una casa circondariale. Teatro Necessario, questo il nome dell'associazione che dal 2005 porta in scena spettacoli al di fuori del carcere, riesce a proporre spunti di riflessione importanti per tutti. E ogni anno questi spettacoli toccano le corde del cuore facendo emozionare il pubblico, complici la bravura degli attori non professionisti, ma anche dei tecnici - anch'essi in detenzione - e della grande squadra che da settembre ad aprile accompagna nelle prove questa 'scatenata' compagnia. Questa volta le luci di grande impatto e le musiche di Bruno Coli giocano un ruolo ancor più importante nella riuscita dello spettacolo. Sul palco anche Marco Gualco, Gaetano Santella, Rajan Marini.
"Noi quando saliamo su questo palco ci sentiamo attori a tutti gli effetti, stacchi da tutto il resto e ti dimentichi dei problemi mentali"
Spiegano i detenuti ai ragazzi, rispondendo alle loro domande curiose come sempre su quello che provano a stare sul palcoscenico. E questo è proprio il senso del teatro, uno spazio di libertà attraverso il quale si possono riscoprire anche le proprie abilità e ci si rimette in gioco: per alcuni, il dopo detenzione ha portato comunque un lavoro grazie proprio ad uno dei progetti formativi di Teatro Necessario. "Ognuno al di fuori di qui trova poi la propria vita con cui fare i conti, ma questa esperienza rimane ed è un'arricchimento che per molti non ci sarebbe mai stato". E allora non mancate l'appuntamento con questo spettacolo che si potrà andare a vedere anche all'interno del Teatro dell'Arca, proprio all'interno del carcere, dal 26 al 28 aprile.
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IL COMMENTO
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