Anche oggi, nel consueto appuntamento del giovedì dedicato al cinema, due novità del fine settimana, entrambe all'Ariston. La prima è 'Creature di Dio', presentato l'anno scorso alla 'Quinzaine' del Festival di Cannes, diretto da Saela Davis e Anna Rose Holmer ed interpretato da Emily Watson. Il film ci fa entrare nella quotidianità di un piccolo villaggio di pescatori irlandese e nella vita di una famiglia i cui legami sono piuttosto burrascosi. La storia ha inizio quando Brian, dopo aver trascorso sette anni all’estero, ritorna a casa con la madre Aileen sorpresa e felice di vederlo e di scoprire che il giovane intende restare e riavviare l'allevamento di ostriche del nonno. Lui prova a riallacciare i rapporti con Sarah, una ragazza con cui era stato prima di partire ma lei lo rifiuta. Una notte Sarah viene violentata e lo accusa dello stupro. Alla polizia Aileen mente affermando che il figlio ha passato la notte a casa e dopo aver ripetuto la menzogna davanti al giudice il caso viene archiviato ma la donna, divisa fra amore, vergogna e il desiderio disperato di proteggere quel poco che ha al mondo deve confrontarsi con il silenzio della piccola comunità in cui vive.
Il secondo film è 'La quattordicesima domenica del tempo ordinario' che segna il ritorno dietro alla macchina da presa di Pupi Avati. Tra gli interpreti Lodo Guenzi, Edwige Fenech che torna a girare un film dopo sedici anni, Gabriele Lavia e Massimo Lopez. Il film gioca su due piani temporali raccontando la storia di Samuele e Marzio, due quindicenni che nella Bologna degli anni '70 prendono la decisione di rimanere amici per sempre, accomunati dalla passione per la musica. Un giorno Marzio conosce una bellissima coetanea, Sandra, di cui di innamora perdutamente, alla fine ricambiato. I protagonisti li vediamo anche da adulti: Marzio e Sandra ormai sposati, Samuele ancora nelle loro vite. Tutto sembra filare liscio fino a quando non succede qualcosa che li metterà di fronte ad una svolta. Il titolo, 'La quattordicesima domenica del tempo ordinario', secondo l’anno liturgico è quella che segue la Quaresima, quella in cui Avati si è sposato. Ed è uno dei tanti spunti privati che Avati inserisce in questo film che parla di sogni non realizzati e delle mete che tutti noi non siamo riusciti a raggiungere: negli affetti, nel lavoro, nell’amicizia o nell’amore.
IL COMMENTO
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