GENOVA - Al Festival Orientamenti, nel corso dell'inaugurazione, si è tenuta anche la consegna della Croce di San Giorgio, l'onorificenza istituita da Regione Liguria quasi un anno fa, alla splendida attrice genovese Elisabetta Pozzi. Un momento dedicato all'arte con la "A" maiuscola della recitazione, nobile arte che affascina tanti giovani, ma che è una strada difficile da perseguire. "Non tutti possono fare un mestiere come questo", ammette la stessa Pozzi, che ricorda bene con quanta tenacia ha inseguito il suo sogno, fin dai primi anni del liceo.
"Volevo incantare il pubblico tramite i miei personaggi" e così fa dalla prima volta che ha calcato il palcoscenico. L' attrice ha raccontato ai nostri microfoni com'è nato il suo sogno. Il teatro è entrato nella sua vita a 15 anni, quando ha assistito al suo primo spettacolo, che l'ha spinta a iscriversi alla Scuola di Recitazione “Mariangela Melato” del Teatro Nazionale di Genova: oggi ne è la direttrice e guida i giovani attori nel realizzare i propri sogni. Ancora nitido il ricordo del suo debutto: fece un provino per cui venne scelta come protagonista per lo spettacolo "Il fu Mattia Pascal", piéce tratta dall'omonimo romanzo di Luigi Pirandello, a fianco di Giorgio Albertazzi.
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"Il teatro deve essere apertura e deve essere studio, uno studio costante, ogni giorno è fondamentale prestare attenzione ai tanti stimoli, altrimenti è la fine. Solo così il teatro è vivo": questo è l'insegnamento che Pozzi vuole trasmettere ai suoi allievi, a cui viene insegnato a crescere come attori ma soprattutto come persone.
Da allora ha portato sulla scena ruoli femminili particolarmente complessi, in allestimenti dalle regie tese a valorizzarli incentrando spesso l'intero dramma o l'azione scenica su di loro. Per le sue interpretazioni è stata insignita di quattro Premi Ubu, due premi della critica e il Premio Eleonora Duse. Per il cinema interpreta varie pellicole tra cui "Maledetto il giorno che t'ho incontrato" di Carlo Verdone grazie al quale riceve un David di Donatello nel 1992 come miglior attrice non protagonista. Ma ha lavorato anche con Michelangelo Antonioni, Nanny Loy, Ferzan Ozpetek.
A volerla alla direzione è stato l'attuale direttore del teatro, Davide Livermore, dopo la scomparsa di Marco Sciaccaluga, uno dei registi con cui la grande attrice ha lavorato. Da Luca Ronconi a Peter Stein a Otomar Krejca, tantissimi gli spettacoli che la vedono acclamata protagonista. Dopo tante tournée e lavori che la portano fuori Liguria, il ritorno trionfale sulla scena genovese è stato con "Il gabbiano", di nuovo con la regia di Marco Sciaccaluga. Ma tra le sue interpretazioni, da ricordare anche il ruolo di Clitemnestra nell'Orestea del Teatro Stabile di Napoli diretta da Luca De Fusco.
*Giacomo Benzi, Convitto Colombo - indirizzo linguistico, 18 anni
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IL COMMENTO
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