GENOVA - È sempre affascinante assistere alla nascita di un'opera lirica, un evento divenuto singolare rispetto al passato dei grandi compositori dell'Ottocento, ma che tiene viva la tradizione: negli anni, il Teatro Carlo Felice ha commissionato diverse opere, tra cui "Miseria e nobiltà" a Marco Tutino nel 2018 ispirata alla commedia di Eduardo Scarpetta e resa ancor più celebre dal film di Totò. Per questa stagione, in occasione del 60° anniversario della morte di Édith Piaf, la sfida è stata proposta a Maurizio Fabrizio, compositore e autore di diverse canzoni scritte per i grandi cantanti della musica italiana come Mina, Renato Zero, Riccardo Cocciante. E se le sue "Almeno tu nell'universo" e "I migliori anni della nostra vita" hanno fatto la storia, per lui "Édith", che debutterà al Carlo Felice domenica 17 dicembre, è una prima prova nella lirica.
L'emozione è tanta nel vedere finalmente prendere vita le note sullo spartito, nella prima prova dell'orchestra del teatro. "C'è una grande felicità, la stessa che ho provato nei primi 50 anni di lavoro nella musica pop: comporre significa esprimere quella felicità che poi trasmetti al pubblico. Essendo la mia prima opera lirica è stata molto impegnativa, ma realizzata con entusiasmo tale che la fatica quasi non si sente", racconta a Primocanale.
Da una parte la più grande cantautrice francese di tutti i tempi, le cui chanson fanno parte di noi, da "La vie en rose" a "Je ne regrette rien", dall'altra il pugile Marcel Cerdan e la vita sul ring. "Édith" è la storia di un amore molto intenso, passionale e drammatico, una relazione che animò le pagine della stampa scandalistica, un incontro tra due mondi profondamente differenti. Fino al tragico epilogo, l'incidente areo in cui Cerdan perse la vita, in volo da Parigi a New York. Come fare a tradurre tutto questo in un'opera che sappia coniugare tradizione lirica e novità? Cosa ha guidato l'ispirazione del compositore?
"Musicalmente io sono da sempre un pucciniano convinto, per cui il cuore va sempre da quella parte e la musica risente di qualche influsso del grande poeta del sentimento. Ma è proprio dal cuore che mi sono lasciato trasportare, come sempre"
Un'opera da lui definita "popolare", che secondo il maestro Donato Renzetti, che dirigerà l'orchestra del teatro, "ha almeno 50-60 melodie che possono benissimo entrare nel repertorio internazionale". Sono giorni febbrili in cui bisogna provare e provare, con gli artisti che studiano i movimenti di scena e l'orchestra che affronta una partitura nuova. "Il rapporto con l'orchestra è stupendo, anche se l'attività è enorme e quindi siamo tutti un po' stanchi", spiega il direttore emerito del teatro.
"Ma quando la musica è interessante, se all'inizio c'è un po' di resistenza, dopo neanche 2 minuti si crea una collaborazione straordinaria ed è questo il caso"