GENOVA - In occasione della 29esima Festa della Musica Davide Massiglia ha debuttato come direttore dell’Orchestra dell’Opera Carlo Felice in un concerto sinfonico con musiche di Osvaldo Palli, Edvard Grieg e Pëtr Il'ič Čajkovskij.
Il concerto è dedicato alla memoria di Osvaldo Palli (1921 - 2014) violinista – primo violino dell’Opera Carlo Felice tra gli anni '70 e '80 – e compositore; in questa occasione verrà eseguito un suo brano per orchestra d'archi: Meditazione, del 1997. In un movimento unico, Larghetto, il carattere del brano ben si identifica con il titolo. L’elemento della riflessione, dal tono assai malinconico e nostalgico, si ritrova nella ripetizione ossessiva – quasi un lamento – delle quartine dapprima affidate ai violini e poi alle viole. La stessa durata del brano, di circa tre minuti, rimanda alla dimensione di una suggestione sfuggente, che dopo essere stata illuminata da un brevissimo momento di speranza torna alla dinamica ossessiva e malinconica iniziale e quindi svanisce.
"Sono molto emozionato perché è un teatro molto importante, che ha ospitati i migliori direttori e musicisti di tutti i tempi – commenta il direttore Davide Massiglia –. I musicisti sono tutti meravigliosi, ognuno con una propria idea musicale e il mio ruolo è quello di unire tutti in una sola idea".
Il programma prosegue con la Holberg Suite di Grieg, composta nel 1884 inizialmente per pianoforte, ed in seguito trascritta dal compositore per orchestra d’archi. Il titolo rimanda allo scrittore Ludvig Holberg (1684 - 1754), che ebbe una straordinaria influenza sulla storia del teatro soprattutto nel Nord Europa. Grieg realizza il suo omaggio ispirandosi allo stile barocco, ovvero quello che in forma letteraria era proprio del drammaturgo norvegese. Ecco dunque motivata la scelta della Suite, con un preludio iniziale e quattro delle danze consacrate dalla tradizione settecentesca: una sarabanda, una gavotta, un'aria e un rigaudon. L’aria, in particolare, riprende il carattere danzante generale ma in una direzione più contemplativa, che rimanda allo stile bachiano.
In conclusione, la Serenata op. 48 di Čaikovskij. Composta nel 1880, in un momento di significativo turbamento emotivo, la Serenata rappresenta una ricerca di equilibrio quantomeno nella dimensione creativa, e segue principi quasi accademici di grande rigore stilistico. Ispirandosi allo stile di Mozart, che riprende soprattutto nella scrittura orchestrale, Čaikovskij crea uno speciale equilibrio tra la struttura armonica interna a ciascuno dei quattro movimenti e il sistema di rimandi tra temi, a dare un senso circolare alla composizione. Non manca la voce propria del compositore russo, che si percepisce in particolare nel terzo movimento, Elegia, e nella spiccata predisposizione per la danza, che emerge a pieno nel Valzer del secondo movimento.
IL COMMENTO
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