Personaggio iconoclasta e irriverente come pochi altri, Paolo Villaggio ha saputo essere la cattiva coscienza dell’Italia per alcuni decenni lasciando un segno indelebile nella nostra cultura del secolo scorso. Non fosse altro che per l'invenzione del sublime ragioniere Ugo Fantozzi, dipendente e pavido alla continua ricerca di un riscatto, protagonista di dieci film e alcuni libri. Ma ovviamente c'è non solo Fantozzi, perché seppe portare in televisione, in radio e al cinema una serie di personaggi legati tutti da una malinconica e grottesca capacità di suscitare la risata. Come Fracchia o il prestigiatore Kranz tra i protagonisti de 'L'altra domenica'.
Al cinema Villaggio ha lavorato con alcuni dei più grandi registi del Novecento. Fellini lo volle insieme a Benigni protagonista de 'La voce della luna', Olmi lo utilizzò ne 'Il segreto del bosco vecchio’ e recitò anche per Comencini, Ferreri, Monicelli, Salce, Wertmuller e Salvatores. Senza contare i premi vinti: un Leone d'oro alla carriera, due David di Donatello, un Nastro d'argento e un Pardo d'oro a Locarno.
Per tutta la sua vita Villaggio, anche se l'aveva lasciata alla fine degli anni Sessanta, non aveva mai dimenticato Genova, gli anni della gioventù, tra il liceo 'D'Oria' e la facoltà di giurisprudenza poi abbandonata, la passione per la Sampdoria, gli inizi artistici con la 'Baistrocchi', l'amicizia con Fabrizio De André che si concretizzò in collaborazioni artistiche come la canzone 'Paolo Martello'. Una volta tanto la sua città non si dimenticò di lui e nel 2001 l'allora sindaco Giuseppe Pericu gli conferì la cittadinanza onoraria. Una cerimonia molto informale, dato il personaggio, ospitata sul palcoscenico del Carlo Felice dove l'artista in quei giorni era voce recitante dello spettacolo 'Pierino il lupo' di Prokofiev accompagnato dall'orchestra del Conservatorio Niccolò Paganini. Seduti in platea molti amici tra cui Gino Paoli e Arnaldo Bagnasco. Un ulteriore omaggio gli arrivò nel 2013 quando festeggiò gli 80 anni a Tursi con tanti amici che lo attendevano, da Paolo Fresco ad Antonio Ricci. La pillola dell'Archivio storico di oggi si riferisce ad un'intervista che concesse a Primocanale prima di entrare nel Salone di Rappresentanza.
IL COMMENTO
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