GENOVA - Sono stati infatti 81.886 i visitatori, dallo scorso 16 novembre, giorno dell'inaugurazione, fino al lunedì di Pasquetta, il primo aprile: un grande successo per la prima mostra che Genova ha ospitato dedicata alla straordinaria pittrice Artemisia Gentileschi. 137 i giorni di apertura totali che hanno visto una grande affluenza di turisti, oltre che di genovesi. Artemisia che è divenuta un'icona pop, andando "ospite" al Festival di Sanremo nell'atrio dell'Ariston, come già era accaduto nel 2023 con Rubens. Artemisia le cui opere si sono sposate con le sale dell'Appartamento del Doge di Palazzo Ducale. Artemisia e un allestimento, quello del curatore Costantino D'Orazio e dei produttori Arthemisia, che ha fatto discutere, tra polemiche attorno alla tanto discussa 'stanza dello stupro' e persino una protesta che ha portato a lanciare vernice rossa sulle pareti e sulla moquette, oltre a coprire con dei teli neri le opere di Agostino Tassi, colui che violentò la giovane pittrice.
Un successo in cui a parlare sono stati oltre 50 tra i maggiori capolavori di una delle artiste più potenti della storia, dalla vita appassionante, dolorosa, ricca di colpi di scena e di passione. I visitatori, provenienti da quasi tutte le regioni di Italia e anche dall'estero, hanno manifestato un gradimento molto alto rispetto alla media, con una maggiore percentuale di commenti positivi sia sulle scelte curatoriali che sull'allestimento e la cura per testi, audioguide e tanto altro.
Artemisia e quella "stanza dello stupro" che divide a Palazzo Ducale - IL COMMENTO
"Coraggio e passione", questo il sottotitolo della mostra che lascia Genova dopo aver ribadito il messaggio di contrasto alla violenza sulle donne e rivendicato l'importanza di una delle pittrici più amate dal pubblico, forte, indipendente, libera, nonostante la sua vita che fu costellata di drammi personali. Adesso lo spazio ospiterà dal prossimo 25 aprile un allestimento interamente prodotto da Palazzo Ducale, "Nostalgia", che si propone di esplorare questo sentimento ambivalente, attraverso un percorso tra le arti figurative a cavallo tra Ottocento e Novecento. Un viaggio che analizza questa sensazione, non per forza soltanto negativa, attraverso l'arte di alcuni grandi come Giacomo Balla, Galileo Chini, Gino e Adolfo Coppedè, Giorgio De Chirico, Lucio Fontana, Francesco Hayez, Jean Auguste Dominique Ingres, Arturo Martini e le parole di celebri cantori di questo sentimento come Dante, Foscolo, Leopardi, Byron e Proust.