Commenti

3 minuti e 14 secondi di lettura
di Silvia Isola

C'è qualcosa che non comprendo fino in fondo nelle polemiche che avvolgono da diverse settimane la soprannominata "stanza dello stupro" nella mostra che porta a Palazzo Ducale la forza e la storia di una pittrice straordinaria come Artemisia Gentileschi, una donna prima di tutto simbolo dell'intraprendenza femminile, che da vittima di una violenza è riuscita a diventare un'artista che toccò le principali corti del Seicento e strinse amicizie con l'élite culturale del tempo. Tutto questo emerge nell'allestimento di Costantino D'Orazio che a Genova ha portato alcune delle opere più conosciute di Artemisia e ha costruito un percorso espositivo che mette a confronto alcuni dei soggetti più ricorrenti dell'artista, ricostruendo sia la sua storia personale e sia la sua carriera, anche attraverso il sapiente utilizzo del digitale. Fino ad arrivare alla sala tanto oggetto di contestazioni da parte di femministe, divulgatrici, storiche dell'arte: vedere una tale levata di scudi mi ha fatto mettere in dubbio quello che ho provato io una volta davanti a quel letto e quelle pareti che si colorano di rosso sangue, mentre risuonano le parole di Artemisia che racconta la violenza subita.

Artemisia a Palazzo Ducale, un cartello di avviso per "la stanza dello stupro" - LA VICENDA 

Personalmente da donna ho rivissuto dentro di me quello che ha subito Artemisia, sentendo rappresentato quel senso di rabbia, impotenza, dolore, annichilimento di fronte all'invincibile disparità di genere, alla paura di tornare a casa di sera da sola, all'angoscia di essere vittime di stalking, alle molestie subite, al continuo leggere di storie di altre donne 'ferite a morte'. E per me tutti questi sentimenti prendono corpo sulle pareti della stanza immersiva, dando loro un'immagine potente e viscerale com'è potente e viscerale l'arte di Artemisia. Non lo trovo affatto 'voyeuristico', le parole di Artemisia sono scritte sui faldoni del processo, né "un'operazione patriarcale". Anzi, credo sia proprio un modo per far arrivare il messaggio dritto come un pugno allo stomaco a tutti. 

Violenza sulle donne, "c'è ancora domani"? Per certi versi siamo ferme a ieri - IL COMMENTO

Comprendo, però, che le sensibilità possano essere diverse. In tv o al cinema spesso assistiamo a scene decisamente più cruente, ma è giusto avvertire sempre il pubblico che quello che si sta per vedere potrebbe urtarli: approvo allora la scelta di Palazzo Ducale di mettere un cartello e un sipario da teatro per consentire allo spettatore di scegliere se fermarsi a guardare oppure no. Eppure mi meraviglio, anche perché le opere di Artemisia non badano certo alla sensibilità, ma raccontano le cose per come sono andate. Penso al sangue che sgorga dalla testa di Oloferne, nel momento più cruento della sua uccisione come mostrano le tele agli Uffizi e al Museo Capodimonte, ma penso anche alle labbra cineree di Cleopatra mentre si sta spegnendo dopo essersi fatta mordere dall'aspide per non cadere in mano ai nemici romani. 

Artemisia si veste ogni volta da eroina biblica e porta in scena il suo dramma personale e il dramma delle sue antenate. Artemisia è Giuditta, la vedova ebrea che decapita il condottiero assiro Oloferne per salvare il suo popolo. Artemisia è la casta Susanna sorpresa al bagno dai vecchioni che non accetta il loro ricatto sessuale, pronta ad affrontare la morale pur di affermare la propria verità. Artemisia è le sue protagoniste, da Ester a Giaele a Betsabea, ma è soprattutto se stessa: una donna che avrebbe voluto giustizia, che ha portato in tribunale il suo stupratore, il collaboratore del padre Agostino Tassi, che ne ha ottenuto la condanna, sì, ma che alla fine ha dovuto andare lei in esilio da Roma, vittima della morale del tempo. E che attraverso la sua arte è riuscita a riscattarsi, diventando colei che voleva diventare. Senza veli davanti alle sue opere e questo è il punto più importante. Allora mi auguro che il telo nero faccia tornare i riflettori puntati sulle opere di un'artista che a distanza di 400 anni è più attuale che mai. 

ARTICOLI CORRELATI

Lunedì 12 Febbraio 2024

Artemisia a Palazzo Ducale, un cartello di avviso per "la stanza dello stupro"

GENOVA - Una stanza in penombra, un letto che si colora di sangue, le parole che riecheggiano nella sala, che Artemisia Gentileschi usò nel 1612 per difendersi dal suo stupratore, Agostino Tassi: al centro delle polemiche da diverse settimane c'è la ribattezzata "stanza dello stupro", all'interno de
Giovedì 08 Febbraio 2024

'Liber': a Palazzo Ducale manoscritti e libri rubati e recuperati dai Carabinieri

In più di 54 anni di storia l'Arma ha ritrovato oltre tre milioni di beni restituiti poi ai legittimi proprietari, sia in Italia che all'estero
Lunedì 05 Febbraio 2024

"Il passaporto dei presepi" Premiazione a Palazzo Ducale

i riconoscimenti per i primi 30 classificati e premi speciali per i primi classificati under 14. Nella stessa giornata, per ricordare gli 800 anni del primo presepe allestito nel 1223 a Greccio da San Francesco d’Assisi,
Giovedì 01 Febbraio 2024

Palazzo Ducale dà il benvenuto a Ilaria Bonacossa

GENOVA - Palazzo Ducale dà il benvenuto alla nuova direttrice, Ilaria Bonacossa, dopo il passaggio di consegne con Serena Bertolucci, oggi all'M9 di Venezia. La nuova direttrice, era già stata a Genova per occuparsi del Museo di arte contemporanea Villa Croce tra il 2012 e il 2016. Dopo che il proge
Giovedì 01 Febbraio 2024

I sogni del neodirettore Bonacossa per Palazzo Ducale: "Un festival di storia dell'arte e più digitale"

Genova ha dato il benvenuto a Ilaria Bonacossa, alla guida del Ducale per i prossimi 5 anni. E se in autunno ci sarà la mostra di Berthe Morisot, ecco i sogni che vorrebbe realizzare, dall'arte contemporanea alla digitalizzazione del Palazzo
Lunedì 22 Gennaio 2024

A Steve McCurry la Medaglia della città di Genova: a Palazzo Ducale la sua lectio magistralis

GENOVA - I suoi scatti hanno immortalato per sempre i volti di culture lontane, raccontando mondi diversi, di tradizioni antiche, di rituali, di contrasti contemporanei, di conflitti e dell'umana capacità di adattarsi di fronte ad ogni condizione, al resto del mondo. A Genova sarà presente un gigant
Martedì 30 Gennaio 2024

Segrete, l'arte contemporanea riflette sull'importanza della memoria a Palazzo Ducale

Fino al 10 febbraio l'esposizione che riunisce sei artisti internazionali in Sala Dogana a Palazzo Ducale. Ecco l'approfondimento con la curatrice Virginia Monteverde
Sabato 20 Gennaio 2024

Bagno di folla a Palazzo Ducale per Alessandro Barbero, Primocanale in diretta

Una bella lezione di storia medioevale quella che i 5 mila che hanno preso parte al convegno "L'Impero di Genova" hanno potuto fare. A trarre le conclusioni lo storico Barbero, "star" dell'evento
Sabato 20 Gennaio 2024

Successo a Palazzo Ducale per "L'Impero di Genova": oltre 5 mila presenze

GENOVA - Una partecipazione straordinaria nella due giorni di Palazzo Ducale che apre l'anno di Genova e il suo Medioevo. Sono state oltre 5mila le presenze alla due giorni di dibattiti e di lectio, dal titolo "L'impero di Genova", dedicata al glorioso passato di Genova, quando – fra XI e XV secolo
Sabato 13 Gennaio 2024

Genova, la Torre Grimaldina di Palazzo Ducale riaprirà entro il 2025

Ma anche Torre Embriaci tornerà ad essere visitabile da parte del pubblico
Giovedì 14 Dicembre 2023

Palazzo Ducale, Beppe Costa: "Ecco cosa ci aspettiamo dalla nuova direttrice"

https://www.youtube.com/embed/lThU-2cYulE?si=APw-tVv4OzOhVASr GENOVA - Ilaria Bonacossa è quindi la nuova direttrice di Palazzo Ducale di Genova. Il consiglio direttivo della Fondazione ha fatto la sua scelta definitiva dopo aver analizzato a lungo le varie candidature arrivate. "Alla fine  è stat