Cultura e spettacolo

L'attrice racconta i suoi ultimi progetti, dopo una carriera ventennale che l'ha vista impersonare tanti ruoli differenti, e il suo "sbarco" su TikTok assieme alla figlia Ginevra
6 minuti e 23 secondi di lettura
di Silvia Isola

SESTRI LEVANTE - A 16 anni il suo primo film al cinema, "L'ultimo bacio", sotto la direzione di Gabriele Muccino. Da lì una carriera più che ventennale che l'ha vista a teatro, di nuovo al cinema e in tv. E al tempo stesso l'ha portata a vestire panni sempre nuovi, spesso imprestati dalla Storia, da Livia, la moglie della miniserie storica diretta da Roger Young, "Augusto - Il primo imperatore", a Giovanna Bentivoglio ne "La freccia nera", fino ad oggi, quando a gennaio è tornata sul teleschermo nel ruolo di Clara Petacci, l'amante di Mussolini, nella miniserie "La lunga notte". Martina Stella è una delle attrici più amate dal pubblico ed era una delle più attese al Riviera International Film Festival: è lei che ha chiuso il red carpet al cinema Ariston, tra selfie e autografi con i fan. A Sestri Levante l'abbiamo incontrata prima del suo talk, ripercorrendo quello che è stato un percorso ricco di soddisfazioni. 

Cosa significa partecipare al Riviera International Film Festival, un festival che mette al centro i giovani?
Io sono felicissima di essere qua. Ho ricevuto un'accoglienza veramente super calorosa, super affettuosa e sempre, sempre piacevole. È sempre bello. Io credo che un festival come questo sia molto importante proprio perché appunto dare luce, dare visibilità, dare spazio ai giovani autori è una cosa importante per il nostro cinema, per i ragazzi, ma anche per noi grandi. Perché lo sguardo dei giovani è lo sguardo del futuro e non può che essere di ispirazione per tutti. Io ho cominciato giovanissima e ho avuto questa grande possibilità, quindi insomma, poi da lì io sono riuscita a lavorare con grandi maestri. Ho avuto anche tanta fortuna, tanta fortuna.

Ma anche bravura coltivata nel tempo. A proposito del tuo esordio, dal tuo punto di vista tuo è cambiato qualcosa? Era più difficile allora o è più difficile oggi?
Bella domanda. Ma in realtà è difficile sempre. Nel senso che è un lavoro meraviglioso e abbiamo la possibilità di lavorare con il nostro materiale emotivo. Però per ogni artista è diverso, ogni volta è diverso, c'è sempre un'emozione, quindi non saprei dirti. Io ripenso a quei momenti perché veramente sono passati più di vent'anni con molta tenerezza e ovviamente ero una bambina che si affacciava a un mondo che era un po' un mondo dei sogni per me. Però non ne sapevo proprio niente perché venivo da una realtà completamente diversa. Quindi ovviamente poi mi sono sono cresciuta, sono maturata anche come donna e questo ovviamente poi è importante anche per un artista e ovviamente si cresce. Anche i ruoli sono cambiati. La differenza per quanto riguarda la tv e le piattaforme ovviamente non c'era o comunque c'era. Ovviamente la fiction però si faceva un po meno, nel senso che mi ricordo che quando ero molto giovane io tentavo sempre di fare più cinema e invece pian piano io credo. Adesso insomma, ci sono dei prodotti televisivi che sono dei grandi film meravigliosi molto seguiti e quindi è una grande possibilità in più.

Teatro cinema televisione un grande amore tra i tre c'è un preferito o il figlio prediletto rimane il cinema?
Forse il cinema, anche se io vengo dal teatro e amo tantissimo il teatro. Mi piacerebbe tornare presto a teatro. Ho due bimbi, uno piccolino e quindi non è semplice incastrare questa cosa, quindi al momento non ho un progetto teatrale, però mi piacerebbe tra qualche anno, quando il piccolo sarà un po' più grande.

Tanti cast con tanti colleghi illustri, tanti ruoli anche differenti. A me viene in mente subito "La freccia nera", che è una serie che mi è rimasta nel cuore...
Ad ognuno rimane ovviamente qualcosa. A me tutti i personaggi che ho interpretato insomma sono sono rimasti. Devo dire che ho avuto questa grande possibilità di iniziare appunto giovanissima a lavorare con tanti autori che mi hanno formato dal punto di vista professionale ma ovviamente anche umano perché quando ti approcci a questi grandi autori, questi grandi maestri è ovvio quando sei anche così giovane che assorbi tantissimo e sono veramente stata portata a tanti, tanti ruoli diversi. Quello che mi auguro è riuscire sempre a cambiare, passare dalla commedia al dramma.

Il regista a cui è rimasta legata...
Eh, questo non si può dire, nel senso che ovviamente Muccino è stato il primo che ha creduto in me che mi ha dato la possibilità quindi c'è un affetto particolare però anche Pappi Corsicato, Gabriele Salvatores, il grande Pietro Garinei che mi ha voluto in teatro e adesso Giacomo Campiotti con cui ho lavorato avevo già lavorato in passato mi ha voluto in questo ruolo così diverso così impegnativo è stato una grande sfida per me.

Ecco a proposito de "La lunga notte" quanto è stato difficile interpretare il ruolo dell'amante di Mussolini? Non deve essere stato facile anche ripercorrere quel momento storico in un momento altrettanto delicato che stiamo vivendo.
Ma in realtà era un po spaventata, messa, anzi è sempre stata una sfida pensare a una donna che è entrata nell'immaginario, un personaggio così così oscuro, anche così nero, così pieno di ombre, che vive poi un Io mi sono concentrata molto sull'aspetto psicologico, vive proprio una situazione amorosa, appunto molto molto sbilanciata molto scura e quindi è stato bello per me entrare appunto in quella in quella sfera lì in quell'equilibrio un po instabile che era sicuramente il rapporto tra Claretta e Mussolini.

Com'è stato entrare in questo personaggio, come ci si approccia ad un ruolo di cui si legge nei libri... 
Sia noi abbiamo fatto tanti provini per questo per questo ruolo e devo dire che i provini sono un qualcosa che all'inizio almeno io vivo sempre con un po' d'ansia però poi sono molto utili al regista, ovviamente, ma anche a noi, perché se poi se il tuo è comunque già una parte del lavoro è già un po fatto perché il regista già imposta molto bene, capisci già in che direzione vuole andare. Io ho letto, credo, tutti i libri possibili su Claretta e la cosa che mi ha colpito è che in ogni biografia c'era descritta una donna diversa, come se nessuno fosse riuscito a carpire davvero la personalità di questa donna che la descriveva appunto come una un'amante devota, una ragazza innocente anche in qualche modo e altri invece come una spia, come un personaggio molto più ambiguo. Quindi io sono andata a lavorare un po' al confine, un po' su questa ambiguità.

Prossimi progetti.
Se mi progetti girerò un film in estate, però purtroppo ancora non posso dire niente.

Tra le altre cose ovviamente Martina Stella è una mamma, una mamma su TikTok... 
Una boomer come ama prendermi in giro mia figlia. Abbiamo cominciato veramente per gioco. Come molti genitori era anche un po' impaurita dai giovanissimi che si affacciano appunto al mondo dei social. Ero un po' preoccupata e quindi anche per controllare, ho deciso di fare questo profilo dove controllo anche i contenuti... 

Vedo Ginevra bella spigliata: vuole seguire le orme della mamma?
Al momento non ha le idee molto chiare. Fa, fa molto sport, è sicuramente portata per la recitazione.

Nel caso chissà magari vedremo tra qualche anno su qualche set insieme. Ma qual è invece oggi il sogno di Martina Stella?
Ma per quanto riguarda il lavoro sicuramente continuare questo percorso che che che sto facendo io è stato particolarmente fortunato affrontando sempre appunto ruoli diversi in evoluzione anche con con quella che è la mia crescita personale ed emotiva.

Qual è il legame con la Liguria che ospita il Riff? Prima volta a Sestri Levante?
È la prima volta in realtà che vengo qua, è un legame pazzesco perché ieri sera veramente mi ha emozionato. Non mi aspettavo tutto questo affetto da parte delle persone, questo calore. Io tutte le volte rimango senza parole.

 

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