SAN FRUTTUOSO DI CAMOGLI - Sono 70 anni che la statua del Cristo degli abissi, immersa nella splendida baia di San Fruttuoso all'ombra del Monte di Portofino, abbraccia subacquei provenienti da tutto il mondo. Nella giornata di venerdì, con il coordinamento del Servizio Tecnico di Archeologia Subacquea della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Genova e la provincia di La Spezia e della Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo si è tenuta la tradizionale giornata di manutenzione della statua bronzea, simbolo mondiale della subacquea in memoria delle vite perse in mare, dalla Liguria al mondo intero.
Grazie all’efficace idropulitrice resa disponibile dalla Guardia di Finanza – Reparto operativo aeronavale di Genova è ormai possibile lavorare senza alcun contatto diretto con la statua, nel rispetto dell’ambiente: dalla superficie si aziona una pompa idonea a generare un flusso d'acqua, prelevata dal mare, ad elevata pressione con effetto cavitazionale generato dalla peculiare lancia in dotazione. Sott’acqua si sono alternati i Sommozzatori della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, della Guardia Costiera e della Marina Militare (Comsubin). A causa di sopravvenute e indifferibili esigenze di servizio, il Centro Nautico e Sommozzatori della Polizia di Stato (CneS) non ha potuto partecipare.
Le operazioni di manutenzione sono partite dal ritrovo di tutti i nuclei sommozzatori sullo zenit della statua: a nome dell’Arcivescovo di Genova, il Vicario Episcopale ha benedetto l'area prima dell'inizio dell'attività.
Alta due metri e mezzo e dal peso di 260 chili, per la sua realizzazione furono raccolte e fuse dallo scultore Guido Galletti medaglie di Caduti donate dalle mamme e dalle vedove, medaglie di atleti, parti di navi, eliche, campane e cannoni… ideata e calata sul fondale nel 1954 da Duilio Marcante e dai grandi pionieri della subacquea ligure su un fondale di 18 m. nella baia antistante San Fruttuoso di Camogli, la statua è un tributo alla memoria di tutte le vite perse in mare, a partire da quella di Dario Gonzatti, pioniere subacqueo e amico dello stesso Marcante. È il punto che registra il maggior numero di immersioni nel Mediterraneo.
La manutenzione del Cristo degli Abissi non è una semplice questione estetica: gli organismi incrostanti di “biofouling” creano un biofilm batterico (che colonizza e prolifera su qualsiasi superficie in mare), creando seri problemi di biodeterioramento. Settant’anni fa, per rendere stabile sul fondale la statua, nata cava, fu inserito al suo interno del calcestruzzo con tondini di ferro: coi due diversi metalli a contatto nel mare si creano correnti galvaniche a detrimento del bronzo, gravemente rovinato nei suoi primi cinquant’anni da continue, aggressive e incontrollate ripassature coi denti delle spazzole di ferro da parte dei subacquei: “E' un bronzo sofferente perché aggredito e assottigliato per decenni da infiniti e indiscriminati colpi di spazzola metallica e, come se non bastasse, indebolito delle correnti galvaniche”
IL COMMENTO
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