Cultura e spettacolo

La mostra 'Molto vicino, incredibilmente lontano' ospitata nel Sottoporticato fino al 30 marzo 2025
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di Dario Vassallo

Genova che emerge nelle sue sfaccettature inaspettate col racconto del mondo del lavoro e degli aspetti della vita culturale e sociale ma anche reportages dall'estero – India, Afghanistan, Venezuela e Regno Unito – per comprendere il mondo e la condizione umana: é la realtà che ci ha mostrato la genovese Annalisa Carmi, meglio conosciuta come Lisetta, una delle più straordinarie fotografe del secolo scorso, che si dispiega agli occhi del visitatore – tra camalli, travestiti in Via del Campo e campi profughi palestinesi - nella mostra 'Molto vicino, incredibilmente lontano' che Palazzo Ducale ospita nel Sottoporticato fino al 30 marzo 2025.

“Non stupisce che con un ritardo di quasi vent’anni – sottolinea la direttrice di Palazzo Ducale Ilaria Bonacossa – Lisetta Carmi sia oggi al centro di una inarrestabile riscoperta da parte del mondo dell’arte contemporanea e che venga, a ragione, considerata una delle più importanti fotografe della fine del Novecento. L’attenzione recente verso il suo lavoro, presentato in importanti musei e fondazioni, si lega a un rinnovato interesse verso le questioni di genere e inclusione che caratterizzano il dibattito culturale contemporaneo”.

E' un viaggio attraverso circa 200 immagini, iconiche e inedite “che vuole sottolineare – come afferma il curatore Giovanni Battista Martini - il profondo legame con Genova, la sua città, dove ha svolto per una ventina d’anni la professione di fotografa e da dove è partita sempre da sola per i suoi viaggi nel mondo. Le fotografie esposte ci raccontano dell’amore e della comprensione per l’essere umano e della volontà di capire, da persona libera, la realtà senza pregiudizi. In dialogo con le fotografie in bianco e nero, le immagini a colori, per la maggior parte inedite, mostrano un approccio diverso alla sua ricerca fotografica. L’attenzione alla fisicità dei soggetti si espande in riflessioni poetiche, senza mai perdere il portato politico e il potere, proprio del medium fotografico, di agire sulle nostre coscienze”.

L’allestimento è realizzato dallo studio 'Drama Y Comedias' che ha trasformato lo spazio del Sottoporticato ideando un percorso che non è una semplice mostra fotografica, ma una vera e propria esposizione di arte contemporanea. Il design dell'esposizione si concentra sul concetto di muro, sia come struttura fisica che come spazio metaforico e ogni stanza invita gli spettatori a considerare i muri come dispositivi di divisione e connessione, interfacce pubbliche costantemente soggette a riscritture sociali, inevitabilmente politiche. Muri innocenti e promiscui. Una mostra che sottolinea la poliedricità di un'istituzione come Palazzo Ducale, “il contenitore culturale della città – sottolinea il vicepresidente della Fondazione Francesco Berti Riboli - aperto a parlare e a dialogare e a confronto con tutti coloro i quali si occupano di cultura a Genova, nella nostra regione e nella nostra nazione”.