"L'aspetto più particolare e che ci ha affascinato è certamente il caveau, peccato che l'oro contenuto sia una riproduzione e non sia vero" e un altro visitatore: "Bellissimo, non è come quello dei film, è più bello". Una lunghissima fila per accedere al Palazzo della Banca d'Italia di Genova in via Dante. Le giornate Fai di Primavera hanno permesso di aprire le porte a quello che può essere definito un vero tesoro nascosto della città. Tantissimi i genovesi e non che hanno approfittato della giornata per visitare l'interno dello storico palazzo che l'anno prossimo festeggerà i 110 anni dall'inaugurazione. A raccontare la storia del palazzo e le peculiarità che si trovano al suo interno è Marco Zito, capodelegazione Fai Genova. Tra le tante particolarità anche quella di uno speciale sistema di aerazione interno al caveau che permette allo stesso di mantenere una temperatura costante ogni giorno dell'anno.
La storia del Palazzo della Banca d'Italia di Genova
I primi venti anni di operatività dell'edificio furono caratterizzati per la Sede dalla partecipazione al finanziamento dello sviluppo economico, ma anche dall'emanazione delle leggi bancarie del 1926 e del 1936, in risposta ai ripetuti episodi di crisi del settore creditizio, che a Genova furono particolarmente gravi.
Tra gli anni Trenta e gli anni Settanta si fece importante, nel paese e soprattutto a Genova, il ruolo delle Stato nella gestione diretta del tessuto produttivo, con le connesse ricadute per la tesoreria; l'attività del primo porto italiano generò rilevanti impegni nelle attività connesse ai cambi e ai controlli valutari.
Gli anni Ottanta e Novanta videro il progressivo ritiro delle partecipazioni statali, che a Genova determinò un grave depauperamento del tessuto produttivo, che soffriva anche di problemi di competitività del settore marittimo e portuale. L'attività operativa svolta dalla Sede si ridusse, in parallelo con la progressiva automazione di alcuni compiti tradizionali.
Verso la fine del ventesimo secolo è sembrato avviarsi - anche in Liguria - un processo di ripresa, favorito dalla stabilità economica e finanziaria seguita all'introduzione del nuovo segno monetario; a Genova lo sviluppo economico si è basato in misura crescente sui comparti industriali high-tech, sui servizi ad alta intensità di conoscenza, sul turismo e su una ritrovata dinamica dello shipping. Ma su questo quadro si sono abbattute la crisi del 2007-08 e la recessione economica degli anni seguenti.
Dopo la prolungata e profonda crisi è necessario ripartire, sulla base di concezioni produttive innovative e di schemi di sviluppo sostenibile. La Banca si inserisce in questa tendenza, puntando con decisione sul risparmio energetico e sul contenimento dell'impronta ambientale. Anche gli investimenti per il rinnovo dei principali impianti del Palazzo di Genova seguono questa direzione: le soluzioni architettoniche e impiantistiche adottate (coperture, infissi, centrale termica), tendendo ad assicurare il massimo risparmio energetico, si pongono quasi come simbolo della volontà dell'Istituto di operare a servizio del paese e della collettività locale nel rispetto delle esigenze di sostenibilità ambientale.

L'interno del palazzo della Banca d'Italia di Genova
Dopo un primo collaudo nel maggio del 1916, il Palazzo fu inaugurato il 22 maggio 1916. Nello stesso mese, alla presenza del direttore generale Bonaldo Stringher, ebbe luogo l'assemblea degli azionisti. Per la costruzione, costata nel complesso poco meno di tre milioni di lire, furono impiegati materiali di pregio: la facciata principale è interamente rivestita di marmo bianco di Carrara.
Il Salone del Pubblico, al piano terreno, è decorato da marmi, stucchi, pannelli in vetro colorato legato a piombo, e da tredici grandi tele che rappresentano momenti emblematici della storia di Genova, eseguite da Giovanni Capranesi (1852-1921), Gaetano Miolato (1885-1960) e Antonio Orazio Quinzio (1856-1928). I locali del secondo piano ospitano quadri, bronzi, ceramiche e sculture di epoche diverse.
La Sala del Consiglio conserva un grande arazzo Gobelin della fine del Seicento, rappresentante "Il giudizio di Paride", due busti in marmo bianco dedicati a Bombrini e a Cavour e, in una fascia che corre sotto il soffitto, gli stemmi delle Città in cui, all'epoca della costruzione, operava una sede della Banca d'Italia. Il caveau ospita 4.453 cassette di sicurezza, il cui servizio prese avvio nel 1922 e terminò nel 1972.
Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsApp, Facebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook
IL COMMENTO
Caro Leone il tuo articolo è una fotografia del commercio di dieci anni fa
Renzi, i candidati e il civismo: se la politica gioca con le parole