La Seconda Guerra Mondiale, il più ampio e sanguinoso conflitto della storia, è stata combattuta su tutti i fronti con il diretto e intenzionale coinvolgimento delle popolazioni civili. Le vite perdute a causa di bombardamenti, deportazioni, rappresaglie, fame e malattie, sommate a quelle dei soldati morti in battaglia, hanno portato il totale delle vittime a oltre 55 milioni. In occasione dell’80° anniversario della fine del conflitto, attraverso i documenti in suo possesso l'Archivio di Stato di Genova ha scelto di dar voce a quanti ne hanno drammaticamente subito le conseguenze: adulti e bambini, militari e civili, prigionieri di guerra e cittadini italiani di religione ebraica, uomini e donne della Resistenza. Ne è venuta fuori una mostra, 'La guerra è finita. Storie di gente comune nel secondo conflitto mondiale' aperta gratuitamente al pubblico fino al 6 giugno presso il complesso monumentale di S.Ignazio sede dell'Archivio.
La prospettiva è quella delle persone che la guerra l'hanno subita
“La prospettiva - spiega Giustina Olgiati, funzionario archivista e curatrice dell'esposizione – è quella delle persone che la guerra l'hanno subita, come faremmo noi se scoppiasse un conflitto oggi colpendo la nostra nazione e la nostra città. Che poi è la prospettiva più vera e anche quella che rimane più impressa in chi guarda in queste mostre non i nomi dei generali e delle persone importanti ma le lettere, le testimonianze, i diari, i quaderni di chi in guerra ci si è trovato, che in molti casi ne è stato travolto e ha cercato in tutte le maniere di sopravvivere e avere notizie delle persone care lontane. Parliamo delle persone che hanno vissuto tutto questo, che non trovavano da mangiare, che protestavano perché non c'erano le uova, perché lo stoccafisso arrivava marcio sul mercato. Insomma, la difficoltà della vita di tutti i giorni”.
Il governo vuole valorizzare questa realtà genovese
All'inaugurazione della mostra, curata anche dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Liguria in collaborazione con l’Istituto Ligure per la storia della Resistenza e dell’Età contemporanea e con l’Archivio Ligure per la Scrittura Popolare, è intervenuto il direttore generale Archivi del Ministero della Cultura Antonio Tarasco che dopo la visita del ministro Giuli lo scorso dicembre ha confermato la volontà del governo di valorizzare questa importante realtà genovese: “L'Archivio di Stato di Genova ha potenzialità molto elevate rappresentate dalla straordinaria ricchezza di antichità e dall'originalità dei documenti posseduti che dunque devono essere promossi e conosciuti da un pubblico sempre più vasto, non limitato esclusivamente agli addetti ai lavori e agli specialisti della archivistica e della storia. La storia deve diventare un bene comune, un fattore di conoscenza che contribuisce a costituire l'identità nazionale”.
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IL COMMENTO
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