Cultura e spettacolo

E' la mostra di fotogiornalismo più prestigiosa al mondo: appuntamento dal 30 aprile al 24 giugno
2 minuti e 32 secondi di lettura
di Dario Vassallo

Nata nel 1955 per far conoscere il migliore fotogiornalismo internazionale, si è rapidamente imposta come il più prestigioso punto di riferimento del settore. Adesso la 'World Press Photo Exhibition' arriva per la prima volta a Genova, da dove poi partirà per un viaggio che la condurrà in altre sessanta città del mondo. Ospitata a Palazzo Ducale dal 30 aprile al 24 giugno metterà in mostra le immagini vincitrici dell’omonimo concorso organizzato dalla World Press Photo Foundation di Amsterdam che vede la partecipazione di migliaia di fotoreporter provenienti da tutto il mondo con oltre sessantamila scatti che raccontano storie di grande impatto globale, spaziando da attualità e cultura a tematiche sociali e ambientali.

Le foto verranno ospitate nella Loggia degli Abati

Inizialmente le fotografie candidate, scattate da 3.778 fotografi originari di 141 nazioni, erano state 59.320. All’interno della Loggia degli Abati ne saranno esposte circa 140 dei 42 fotografi arrivati alla selezione finale. Il 27 marzo sono stati annunciati i vincitori regionali nelle tre categorie “singole”, “storie” e “progetti a lungo termine”, divise fra Africa, Asia-Pacifico e Oceania, Asia occidentale, centrale e meridionale, Europa, America del Nord, America Centrale e Sud America, le regioni del mondo in cui sono state scattate. Il vincitore del premio e i due finalisti saranno annunciati il prossimo 17 aprile.

Gli scatti raccontano momenti chiave del 2024

“Il 'World Press Photo Contest' – spiega Lucy Conticello, presidente della giuria mondiale – rappresenta un importante riconoscimento per professionisti che lavorano in condizioni difficili ed è anche un riassunto, per quanto incompleto, dei principali avvenimenti internazionali. Come giurati, siamo andati in cerca di immagini che possano favorire il dialogo”. Le fotografie che verranno esposte raccontano i momenti chiave dei fatti di cronaca accaduti nel 2024, come l’attentato a Donald Trump, la campagna elettorale in Venezuela, la violenza delle gang ad Haiti, le proteste antigovernative in Kenya, Georgia e Bangladesh. Si soffermano sull’immigrazione, le conseguenze della crisi climatica, sui conflitti in Sudan, Ucraina e nella Striscia di Gaza, testimoniando anche le storie dei sopravvissuti, in particolare bambini, come Anhelina, che a sei anni deve affrontare gli attacchi di panico dopo essere scappata dalla sua casa in Ucraina. O come il piccolo palestinese Mahmoud Ajjour che ha perso le braccia in un attacco dell’esercito israeliano.

Storie universali che riguardano tutti noi

Tra i progetti a lungo termine premiati, cioè i lavori che abbracciano un periodo di tempo più esteso rispetto alle altre categorie, c’è quello della fotografa italiana Cinzia Canneri, che ha seguito le vite di alcune donne in fuga dal regime repressivo in Eritrea e dal conflitto in Etiopia. La bielorussa Tatsiana Chypsanava ha raccontato invece come una comunità maori difende la sua identità culturale in Nuova Zelanda, mentre Aliona Kardash è tornata nel suo paese d’origine, la Russia, per capire come la repressione e la propaganda abbiano trasformato le persone che sono rimaste. In ogni scatto una storia da raccontare che in un modo o nell'altro riguarda tutti noi.

 

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